La ‘scorta blu’ del presidento. Ieri, Fico, come sua abitudine politicamente corretta, si è recato a piedi al Quirinale per il mandato ‘esplorativo’. L’immagina che ha dato della politica italiana è quella di un castello sotto assedio.
Il presidento è passato tra la gente attorniato da alcune decine di agenti in borghese e non. Creando anche un certo disagio ai cittadini. Era meglio prendere l’auto. Una.
Ad attaccarlo anche Sergio Rizzo, coautore del libro La Casta: “Caro presidente, riguardi i video e le foto che la ritraggono attorniato da un manipolo di agenti in borghese e protetto da un cordone sanitario di uomini in divisa che tengono lontani curiosi e giornalisti. Ne converrà che stonano alquanto con la sobrietà che il Movimento ha sempre predicato, al punto da ritenerla giustamente un pilastro della politica. Quelle scene mandano un segnale opposto: la presunta sobrietà finisce per trasformarsi nella esibizione, fosse pure involontaria, del potere”.
Rizzo prosegue e sottolinea: “Il cordone dei carabinieri che si tengono per mano per allontanare la gente, ad esempio, evoca atmosfere sudamericane più che quelle di una democrazia occidentale”. Le scelte di Fico inoltre abbattono ogni barriera del buonsenso: “La terza carica dello stato può sempre limitare la propria scorta a cinque persone anziché venti (almeno) ed evitare di paralizzare con un corteo le strade del centro della capitale senza per questo rinunciare alla propria sicurezza. In che modo è semplice: prendendo l’auto di servizio. Ci guadagnerebbe la città, ma anche le casse dello stato (cui giustamente il M5S tiene assai) e l’immagine di Fico.
E chiosa: “Delle auto blu o di qualunque altro colore deve fare scandalo l’abuso, non il loro utilizzo per esigenze istituzionali reali e comprovate. I cittadini le pagano apposta per questo. E non soltanto in Italia”.