Barcone immigrati a Milano, spesi 20 milioni di euro: popolazione in rivolta

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In un quartiere come Città Studi, dove il tessuto economico e sociale rischia di risentire seriamente del trasferimento delle facoltà scientifiche ad Arexpo, il PD sta caldeggiando la realizzazione di un Museo dell’Invasione negli spazi dell’ex Facoltà di Veterinaria, dove troverà collocamento il celeberrimo «Barcone dei clandestini», affondato in Libia nel 2015.

Il barcone venne recuperato a costi abnormi (oltre 20 milioni di euro) a spese dei contribuenti e trasportato ad Augusta (Siracusa), nella base della Marina militare, dove è arrivato nel giugno 2016: una sorta di monumento al masochismo. E memento della stupidità del governo abusivo.

Scandalo: altri 20 milioni di euro per recupero barcone affondato in Libia

In principio volevano metterlo direttamente davanti al Duomo:

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Salvini contro barcone clandestini davanti al Duomo: “Avete rotto!”

Ma sarebbe stato eccessivo anche per cuckold fanatici quali sono. Così hanno ‘ripiegato’ sul solito quartiere periferico. I residenti, ovviamente, sono contrari. E sono intervenuti ieri alla seduta del consiglio del Municipio 3, per ribadirlo alla dottoressa Cristina Cattaneo, docente di Medicina Legale del Dipartimento di Scienze Biomediche dell’Università degli Studi di Milano, che ha presentato il bizzarro progetto.

Inutile specificare che l’intenzione di portare il barcone nella città di Ambrogio – solo per il trasporto il governo ha impiegato 600mila euro – ha suscitato una marea di proteste da parte dei residenti. «Perché», si chiede fingendo una ‘solidarietà’ con l’altra città ‘in lizza’, una signora tra il pubblico, «dobbiamo strappare alla popolazione di Augusta un barcone che qui sarebbe decontestualizzato, in quanto lontano da quel mare che ne ha visto la tragedia?». «La popolazione», protesta invece con chiarezza un secondo cittadino, microfono alla mano, «non sa che farsene di questo dolcetto. Dato che i cittadini di Città Studi e quelli di Augusta rigettano con forza questo progetto, perché i politici che noi abbiamo votato tentano di imporcelo a ogni costo?».

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Cattaneo ha quindi proseguito spiegando che il barcone, per decisione del governo, diventerebbe un’installazione volta a illustrare un periodo storico e a celebrare la «scienza messa al servizio dei diritti umani». Una spiegazione idiota, quella della dottoressa. Evidentemente studiare fa male.

La struttura sarebbe attraversata da un tunnel di vetro di 20 metri dotato di touch screen, per raccontare la storia del naufragio. La pancia del barcone sarebbe un luogo silenzioso, adatto alla riflessione. Il tunnel d’uscita (10 metri) racconterebbe i procedimenti scientifici messi al servizio della causa umanitaria. Eppure, le perplessità dei residenti restano. «Questi 600mila euro», puntualizza una cittadina, «sono una bazzecola in confronto al costo totale, e vengono prelevati dalle cacce statali (quindi dalle tasse che paghiamo, ndr), alla voce “interventi urgenti e indifferibili”. Ora, dove sarebbe l’urgenza e l’indifferibilità in questa operazione? Noi stiamo chiedendo altro alla politica: se il progetto ha una così alta valenza scientifica, perché il Barcone non lo portate a Expo?».

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Protesta Gianluca Boari, della Lega: «Questo non è certo quello che ci si aspetta in materia di rilancio del quartiere, in previsione del trasferimento della Statale ad Expo. E importante far sentire la voce dei cittadini, contrari allo sperpero di denaro pubblico per la costruzione di questo monumento all’ideologia immigrazionista della sinistra”.