Crusca contro Fedeli: “Impari ad usare l’italiano”

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L’Accademia della Crusca torna a rimbrottare il Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca (MIUR), quello guidato dall’analfabeta.

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Lo fa criticando il “Sillabo programmatico”, un documento ufficiale dedicato alla promozione dell’imprenditorialità nelle scuole superiori statali, pubblicato lo scorso marzo, e che conterrebbe, secondo i linguisti dell’Accademia, uno smodato e inutile utilizzo dell’inglese.

L’Accademia della Crusca è la più antica istituzione linguistica del mondo, fondata nel 1583 per mano di Leonardo Salviati, si è sempre battuta per la salvaguardia e il mantenimento della lingua italiana, divenendo con il passare dei secoli una delle più importanti ed autorevoli istituzioni italiane.

Negli ultimi mesi gli accademici non hanno risparmiato le critiche nei confronti del MIUR, già lo scorso gennaio, la Crusca aveva aspramente criticato il Ministero per la sua scelta di eliminare l’italiano dal “PRIN”, il bando per il finanziamento dei progetti universitari di interesse nazionale.

In quell’occasione il MIUR aveva infatti deciso di non permettere ai candidati al prestigioso concorso di poter presentare i loro progetti in lingua italiana, ammettendo solo quelli presentati in inglese. Questa decisione aveva fatto infuriare gli accademici che per bocca del loro presidente Claudio Marazzini, avevano definito questa scelta “suicida e autolesionista”, oltre che lesiva per la lingua italiana.

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Valeria Fedeli, ministro dell’Istruzione e titolare del MIUR, ha però respinto al mittente le accuse dichiarando come in nessun documento o provvedimento del Ministero ci sia la volontà di incentivare un “sistematico abbandono della lingua italiana”. Aggiungendo come le critiche siano gratuite ed infondate.

Sempre che le abbia capite.

Il problema è che l’inglese è la lingua moderna per eccellenza. Non tanto per la sua diffusione, quanto perché ben si adatta al degrado intellettivo corrente: è una lingua senza complessità, adatta a descrivere un mondo ‘semplice’. Una lingua che tende a contrarre i significati e risulta quindi perfetta nell’accompagnare un evidente processo di ignoranza che si diffonde nella società. L’inglese è la naturale lingua del futuro, perché il futuro è stupido. Questo se non ci opponiamo alla deriva attuale, ovviamente.

Ps. Amici della Crusca, sappiate però che l’italiano non sopravviverà alla scomparsa degli italiani,