Militari accerchiati da immigrati per impedire arresto, presi a morsi

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Una pattuglia di militari dell’esercito, ieri pomeriggio, è stata accerchiata a Campo Marzo da un gruppo di extracomunitari che voleva impedire ai soldati di identificare un giovane di colore.

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I lagunari, impegnati nell’operazione Strade sicure, hanno quindi dovuto impugnare i manganelli e chiedere l’intervento di una pattuglia della questura.

All’arrivo dei poliziotti il branco, formato da una decina di immigrati, si è dato alla fuga. Nell’area verde sono rimasti i due militari e un nigeriano di 22 anni. Uno dei due uomini in divisa è stato portato in ospedale perché aveva ricevuto un morso durante l’aggressione.

Sempre a Campo Marzo, ma nella notte tra sabato e domenica scorsi, un uoo di 46 anni, residente in città, sarebbe stato accoltellato all’addome da alcuni sconosciuti. A riferirlo è stata la stessa vittima, che ora è ricoverato al San Bortolo: non è in pericolo di vita.

L’ennesimo fatto di cronaca avvenuto a Campo Marzo ha fatto riesplodere la polemica sullo stato di degrado del parco cittadino vicentino che da anni è sotto i riflettori per la presenza di decine di immigrati.

Nelle scorse settimane, il comitato di cittadini PrimaNoi, aveva inviato al Sindaco di Vicenza Achille Variati un’istanza ponendo alcuni quesiti per avere un quadro aggiornato sul numero dei richiedenti asilo ospiti nelle strutture cittadine. Istanza a cui il comitato non ha ancora ricevuto risposta.

“Variati aveva precedentemente affermato che agli atti v’é un calo dei migranti ospitati nei centri d’accoglienza -spiega il portavoce Alex Cioni-, ma non aveva chiarito che fine abbiano fatto coloro che sono usciti dal programma di protezione”.

Con l’istanza il comitato vuole sapere quanti hanno ottenuto il permesso di soggiorno e quanti sono stati espulsi.

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“Se a Vicenza siamo dentro la media nazionale -continua il portavoce di PrimaNoi-, è ragionavole pensare che buona parte di coloro che hanno abbandonato forzatamente il proprio alloggio, siano entrati definitivamente in uno stato di clandestinità con le conseguenze del caso per la vivibilità e la sicurezza dei vicentini”. Alla luce di questa considerazione, per il comitato non ci si può poi stupire se l’area verde di Campo Marzo rimanga soggetta ai quotidiani bivacchi di pusher e sbandati.

+++ Dopo un anno torniamo a Vicenza nei dintorni di Campo Marzo al seguito di un gruppetto di sedicenti profughi ospiti in alcune strutture dell'alto vicentino: gruppetto che poi si è disperso unendosi con altri soggetti africani presenti trai i viali del parco. Nonostante l'arrivo nei mesi scorsi della ronda dei militari e i numerosi blitz delle forze dell'ordine, Campo Marzo rimane un'area che in pieno possesso di spacciatori e consumatori di droghe, mentre i cittadini stanno lontani da quello che dovrebbe essere il biglietto da visita d'ingresso al centro cittadino. E' una situazione che è destinata a peggiorare se il nuovo governo che andrà ad insediarsi nelle prossime settimane, non darà il via ad una concreta politica di espulsioni di massa dei soggetti responsabili del degrado urbano a cui non sta scivolando solo quest'area del capoluogo berico ma pure realtà di provincia come Schio +++ PrimaNoi #immigrazione #clandestini #pusher #migranti #profughi

Posted by Alex Cioni on Sunday, March 25, 2018

“Queste sono zone che vanno bonificate forzatamente, non è sufficiente presidiarle -accusa Cioni. Le forze dell’ordine e i militari fanno quel che possono, ma come avevamo previsto in tempi non sospetti, le ronde e i blitz non risolvono la situazione perché coloro che bivaccano in queste aree continueranno a farlo, almeno fino a quando le Autorità statali non si decideranno di sviluppare i centri di identificazione ed espulsione (Cie) dove rinchiudere i clandestini in attesa di espellerli definitivamente dal territorio nazionale”.

Per il comitato, quella delle espulsioni con la reclusione momentanea nei Cie, è l’unica soluzione attuabile, “l’alternativa sarebbe di arrendersi al caos visto che con il passare dei mesi le sacche di degrado urbano aumenteranno con la progressiva e costante fuoriuscita dai centri di accoglienza dei richiedenti asilo. Prevenire è meglio che curare -avverte Cioni-, aspettare di avere per le strade migliaia di questi soggetti, è un approccio miope e da irresponsabili”.