Migliaia di richiedenti asilo che disponibili ad integrare lo stipendio da profugo con lo spaccio, la prostituzione e un lavoro in nero. Abituati a salari irrisori e a tutele inesistenti. Disponibili a tutto pur di sostituire gli italiani.
E allora, un’azienda situata nel padovano, proprio nel mezzo di quello che è stato definito il ‘distretto dei profughi’, ha usato i finti profughi per la vendemmia dell’anno scorso, rivolgendosi ad un 37enne di nazionalità marocchina per reclutarli.
Quest’ultimo ora è accusato di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro per aver proposto 8 richiedenti asilo bengalesi ospitati a Conetta, poi risultati no pagati o sottopagati.