Uno dei principi sauditi ha ordinato riprese di film porno e non ha pagato

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Il principe Saud bin Faisal per quattro decenni ha ricoperto la carica di ministro degli Affari esteri del regno saudita, fino a quando non è morto nel 2015, all’età di 75 anni. Dopo la sua morte, sono stati diffusi dettagli interessanti per comprendere l’ipocrisia della casa reale wahabita: il principe, quando era diplomatico a Parigi, ha ordinato le riprese di film pornoper uso privato. E, come sostiene ora la società francese SARL Atyla, che ha svolto il servizio per lui, ha anche “dimenticato” di pagare.

Si tratta di un modesto importo per la famiglia, ammonta a un totale di circa 90 mila euro. Ma i membri della famiglia reale non vogliono accettare in tribunale che un loro eminente rappresentante sia stato un utente attivo dell’industria del porno. In realtà, tutti conoscono le perversioni degli ‘sceicchi’.

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Come afferma nella sua querela SARL Atyla, in uno di questi “film” c’era l’amante marocchina di Saud bin Faisal, con una pornostar. L’azienda sostiene inoltre che ha una corrispondenza con i rappresentanti del principe, dove si è discusso della trama del film. Il caso si è verificato nei primi mesi del 2010.

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Atyla indica che è pronta a fornire al giudice tutta la corrispondenza, se prima della riunione, prevista per settembre, la famiglia reale non è d’accordo sulla risoluzione extragiudiziale del conflitto.

È noto che Saud bin Faisal andava spesso a Parigi, dove ha soggiornato in un appartamento di lusso a ovest della città. Alcuni film sono stati girati lì. Ora, questo appartamento è dei suoi sei figli.

Nel frattempo, il primo figlio di 32 anni, il principe Mohammad bin Salman, è arrivato in Francia per tre giorni di visite, in particolare per l’incontro con il presidente Macron, ed ha dovuto provare imbarazzo non solo per il fratello, ma anche per la sorella maggiore, la principessa Hassu. Nel 2016 lei avrebbe ordinato alla sua guardia del corpo “di uccidere quel cane” di artista-decoratore della sua casa a Parigi. Questa informazione è giunta alle locali forze dell’ordine, e la Francia ha emesso un mandato di arresto per lei, ma è riuscita, informata, a lasciare il paese prima dell’arresto, evitando così un caso diplomatico.