Ha rapinato e poi picchiato un carabiniere. Ma siccome è un immigrato niente carcere, è stato condannato, si fa per dire, a svolgere volontariato.
È la ‘pena’ inflitta a un 19enne marocchino con cittadinanza italiana – si moltiplicano i casi di ‘nuovi italiani’ che commettono reati – che nell’ottobre scorso, durante un furto, aggredì i carabinieri, finendo accusato di rapina impropria assieme a un 17enne (quest’ultimo ha seguito un altro iter giuridico al Tribunale dei minori).
Ieri l’avvocato difensore Mario Di Frenna, d’accordo con il pm Giacomo Forte, ha patteggiato due anni e il ‘volontariato’. E quindi niente carcere, perché con la svuotacarceri PD non bastano due anni per finire dentro.
Vista la giovane età dell’imputato, è stata ritenuta la scelta più educativa. In Francia e GB fanno da anni lo stesso errore con i figli degli immigrati. Pensano di ‘educarli’.
Il 19enne non andrà in carcere, ma dovrà svolgere volontariato a servizio degli altri. Un’altra particolarità è che i due carabinieri si sono costituiti parte civile tramite l’avvocato Paolo Bertozzi: tuttavia nel patteggiamento le parti civili sono escluse dalla provvisionale e per avere un risarcimento dovranno proseguire in sede civile.
La vicenda si è svolta il 28 ottobre 2017, un sabato, quando i carabinieri di Sant’Ilario erano intervenuti a Calerno per il furto di una bicicletta. La derubata era riuscita a raggiungere i ladri, che avevano abbandonato quella bici e proseguito la fuga con un’altra bicicletta rubata. Grazie alla descrizione della donna, i carabinieri avevano raggiunto due ragazzi di 19 e 17 anni che, abbandonata anche la seconda bici, avevano proseguito la fuga a piedi fino al cortile di una casa. Qui raggiunti un’altra volta, i giovani avevano aggredito con calci e pugni i militari.
Finiti in caserma grazie all’arrivo dei colleghi del Radiomobile di Reggio, i due erano stati trovati in possesso di merce rubata in un negozio di Parma: abbigliamento, auricolari, orecchini e profumi, per un valore di 300 euro.
In sede di udienza di convalida, il 19enne aveva chiesto scusa e si era giustificato affermando che mentre lo ammanettavano gli avevano fatto male ad una mano appena operata. Poverino, gli hanno fatto male.