Via libera in Italia alla pillola per cambiare sesso ai bambini

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Via libera alla pillola per cambiare sesso in caso di disforia di genere.

E’ arrivato alcuni giorni fa il parere favorevole della Commissione tecnico scientifica dell’Agenzia italiana del Farmaco (AIFA) – secondo la quale la pubertà sarebbe “incongruente con l’identità di genere” – e per questo le persone gender variant , in possesso di una diagnosi di un esperto in salute mentale e del consenso informato dell’interessato (bambino…) e dei genitori, potranno fare richiesta della triptorelina, un medicinale erogabile a carico del servizio sanitario nazionale, in grado di “congelare” la pubertà in attesa della consapevolezza della propria identità sessuale.

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In pratica il rischio è che genitori omosessuali convincano i propri bambini, anche attraverso medici compiacenti delle varie associazioni gay, a ‘congelare’ la maturazione sessuale normale.

Grazie all’assunzione di tale farmaco, il cui principio attivo viene usato per curare alcuni tipi di tumore (carcinoma della prostata e della mammella, per esempio), l’adolescente vedrà inibita la secrezione di gonadotropine con la conseguenza di andare a sopprimere le funzioni testicolari e ovarica, ritardando lo sviluppo dei caratteri sessuali.

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Con liberalizzazione dei farmaci per bloccare la pubertà degli adolescenti affetti da disforia di genere, l’AIFA non fa altro che assecondare la confusione di questi ragazzi, negando, di fatto, l’esistenza di una insopprimibile legge naturale e di un inarrestabile processo biologico da salvaguardare e rispettare. Una decisione folle, figlia del generale clima di asservimento al “gender diktat” globale, che si illude di poter curare e risolvere in tal modo quello che è un profondo e ignorato disagio psichico.




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