Padre alunno aggredisce maestra che sviene: a scuola solo bengalesi

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«Ho aperto un’istruttoria voglio capire come sono andate le cose».

Rachele Scandella, dirigente scolastica dell’istituto comprensivo “Giulio Cesare” di Mestre, prima di procedere attende il rientro dalla malattia della maestra aggredita dal papà bengalese di un suo alunno.

Sentite le urla dell’uomo, che si è presentato a scuola giovedì scorso attorno alle 10 ed ha insultato e minacciato la donna, sono accorsi la collaboratrice scolastica e i colleghi che hanno impedito il pestaggio.

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Alla fine la vittima, pallida e tremante, ha avuto un malore. E’ la scuola multietnica.

Ieri la maestra era a casa e non desiderava parlare della vicenda: è spaventata e provata. Ha avuto un incontro ravvicinato, molto ravvicinato, con l’integrazione. Con il multietnico.

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Anche se alla “Pellico” di multietnico c’è ben poco: gli studenti sono quasi tutti bengalesi. Gli alunni italiani sono due o tre per classe. Come nelle riserve.

«Le aggressioni, che si susseguono ai danni degli insegnanti, sono il risultato di anni in cui si è lavorato per demolire la scuola e soprattutto il ruolo educativo dei docenti» spiega Fabio Barina, della Gilda veneziana.

No. Sono il risultato di avere importato selvaggi. Che ci stanno sostituendo. Non è un problema di clandestini – non solo -, ma di sedicenti regolari. Perché è un problema demografico.