Facebook crolla: perde il 20 per cento in borsa

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I titoli tecnologici, sull’onda dello scandalo Facebook, affossano Wall Street che chiude in netto calo, con il Dow Jones che perde l’1,44% a 23.857,71 punti, il Nasdaq in negativo a 2,93% a 7.008,81 puntii e l’indice S&P500 che cala dell’1,73% a 2.612,62 punti. A farne le spese è soprattutto Twitter che lascia sul terreno il 12,03%. Facebook perde il 4,92%, Google il 4,47%, Microsoft il 4,6%, Amazon il 3,78%, mentre Apple il 2,56%.

Dall’inizio dello scandalo sull’uso dei dati personali dei proprio utenti Facebook ha perso oltre 80 miliardi di dollari in termini di capitalizzazione, con il titolo che ha lasciato sul terreno complessivamente il 18% del suo valore.

Ma la questione è molto più profonda e complessa. Lo scandalo, che poi scandalo non è, visto che da sempre è noto che facebook raccoglie i dati degli utenti, creerà le basi per una regolamentazione delle società di Silicon Valley.

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La pulizia etnica contro pagine e profili di individui, giornali e siti non di sinistra è stata profonda, anche negli Usa. Non è pensabile che Trump non utilizzi questa occasione per regolare facebook e twitter come monopoli di fatto, imponendo l’obbligo di ‘servire il cliente’ a prescindere dalle sue convinzioni politiche.

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Mark Zuckerberg testimonierà davanti alla commissione giustizia del Senato, il prossimo 10 aprile.

La vicenda di Cambridge Analytica è nulla a confronto. Nulla anche a confronto con lo scandalo dei favori alla campagna di Obama che renderà il povero Zuck una preda durante l’audizione davanti ai parlamentari trumpisti.

E’ l’ira di Kek per avere cancellato le pagina della Resistenza. Che sta per tornare.