“Non sono un terrorista, non sono latitante, la polizia tunisina mi ha interrogato tutto il giorno. Denuncio tutti!”. Poverino.
"Non sono in fuga! Non sono un terrorista!": #chilhavisto rintraccia in Tunisia Atef Mathlouthi, segnalato da una lettera anonima all'ambasciata italiana che ha scatenato l'allarme #terrorismo a #Roma. La telefonata integrale alle 11:30 su @RaiTre pic.twitter.com/PQBFhUoEPj
— Chi l'ha visto? (@chilhavistorai3) March 26, 2018
Sono le dichiarazioni di Atef Mathlouthi, lo spacciatore tunisino ricercato per possibili attentati a Roma, che sarebbe stato rintracciato da “Chi l’ha visto?” in Tunisia.
“Non sono in fuga, non sono scappato”, ha aggiunto il tunisino a “Chi l’ha visto?”. “Ora denuncio tutti – minaccia Atef – io lavoro in un bar per mandare i soldi a mia moglie e alle bambini; dal 2012 non sono più uscito dalla Tunisia, sono a Mahdia. Ieri sono andato a lavorare e ho trovato il bar circondato dalla polizia, mi hanno detto che sono ricercato a Roma.. magari mi portassero a Roma”, ha aggiunto Atef raccontando che gli è stato riferito di una lettera anonima recapitata all’ambasciata . “Hanno fatto spaventare mia moglie e i miei figli. Mia madre è in ospedale in Francia”.
“Mio marito non è un terrorista, lavora in un bar a Mahdia in Tunisia per mantenere la sua famiglia: la lettera all’ambasciata l’ha scritta la moglie di un suo collega di lavoro con cui mio marito ha avuto un contenzioso economico”, ha detto a “Chi l’ha visto?” tal Beatrice, la ***** italiana di Atef. “Ieri mattina è venuta la polizia in casa a Palermo, cercavano mio marito: ho detto che mio marito dal 2013 non è più qui a Palermo perché il suo permesso di soggiorno è scaduto. E loro lo sapevano bene. Da quando è scaduto il permesso di soggiorno non riesce a vedere i suoi quattro bambini. Ho dato alla polizia il suo telefono e il suo indirizzo in Tunisia. Sono andata a trovarlo due settimane fa”.
Strano. Visto che non espellono nessuno in caso di figli con ***** italiane, deve avere fatto qualcosa di grosso. Più di spaccio e reati vari.
Insomma, Atef è ‘solo’ uno spacciatore con un lungo curriculum criminale. Ma l’hanno espulso nonostante abbia moglie e figli ‘italiani’. Non ci crediamo.