Paura e tensione oggi in via Belfiore a Torino dove ha sede il consolato marocchino di Torino. Una pattuglia della Polizia sarebbe entrati nell’ufficio diplomatico a due passi da corso Marconi, armi in mano, per arrestare un immigrato sfuggito a un controllo.
I diplomatici marocchini hanno cercato di bloccare l’ingresso delle forze dell’ordine nell’edificio e per oltre mezz’ora la strada è stata bloccata da quattro pattuglie. Alla fine l’uomo che la polizia stava inseguendo è stato catturato e portato via: “Dentro eravamo una trentina – racconta un dipendente – e loro sono entrati all’improvviso con le pistole in pugno. Non ci sembra una procedura corretta, all’interno di una sede diplomatica”.
In realtà i consolati non sono ambasciate e non esiste inviolabilità diplomatica delle sedi consolari. Quindi i diplomatici marocchini potrebbero anche essere denunciati per avere protetto un criminale.
Racconta Said Oudouni, 53 anni, che si trovava all’interno: «Gli agenti sono entrati nel consolato pistola in pugno. E dentro c’erano 30 persone. Ci siamo spaventati. Ma è corretto? Questo non è territorio marocchino?». E’ corretto. E non è territorio marocchino.
Facebook aveva annunciato, su richiesta del PD, una stretta contro satira e media indipendenti in vista elezioni. Nelle ultime ore diversi account a noi riconducibili sono stati disattivati e le pagine contro l'islamizzazione scomparse, come accaduto settimana scorsa a SCL.
— Vox (@VoxNewsInfo) 2 febbraio 2018