Quello che sta avvenendo ad Afrin è scandaloso. La Turchia sta di fatto occupando territorio di uno stato sovrano. Per ora si è presa la città di Afrin, dopo averla bombardata e assediata per settimane. Ma punta a diecimila chilometri quadrati. Con annessa pulizia etnica in programma: via i curdi da quei diecimila chilometri quadrati e dentro i Turcomanni.
E così, mentre i media di distrazione di massa occidentali accusano Assad, che non è un santo, ma cerca di tenere insieme il territorio del proprio Stato, Erdogan si può permettere di bombardare civili innocenti e cacciare dal circondario di Afrin duecentocinquantamila curdi. Perché diventi un’enclave turca in Siria.
E la UE non dice nulla, altrimenti quei curdi ce li invia sui gommoni. La Nato, di cui fa parte la Turchia, non dice nulla, perché vuole usare la Turchia in funzione anti-russa in quella zona tra l’Europa e l’Asia.
Erdogan sta fondendo le due anime dell’estremismo turco, finora in contrasto: il nazionalismo laico dei Lupi Grigi e l’islamismo ottomano. Sangue e Allah. Che dal suo punto di vista è volontà di potenza, ma dal nostro assume i connotati di una minaccia. Si fermerà ad Afrin, il sultano? Oppure tornerà a guardare ai Balcani, in una sorta di derby con i wahabiti per il controllo della Bosnia, già terra ottomana?
Perché se la politica è di mandare i soldati turchi ovunque vi sia una minoranza turcica in mezzo a popolazioni ‘ostili’, allora il disegno di Erdogan può assumere connotati di imperialismo islamico.
Tutto questo avviene per l’ignavia dell’Europa. In altri tempi, non saremmo stati ostaggio di un esaltato turco. I clandestini li avremmo respinti da soli, a cannonate. E oggi potremmo intimare a Erdogan di non massacrare i curdi. Ma quando sei debole, generi tragedie.