Il costo per mantenere i sedicenti profughi in hotel cresce, e quest’anno potrebbe sfondare i 6 miliardi di euro. Perché quando ospiti centinaia di migliaia di fancazzisti, anche se gli sbarchi diminuiscono, quelli che arrivano si sommano a quelli che già ci sono.
IL GOVERNO SCADUTO SI PORTA AVANTI – Le cifre per il triennio: per l’anno corrente il ministero dell’Economia ha stanziato quasi 2,5 miliardi (precisamente 2.449.742.651) mentre, per il biennio successivo altri 4,7. Queste cifre sono per l’ordinaria amministrazione (!) dei famigerati Sprar che ad oggi ospitano oltr 32 mila immigrati sparsi su tutto il territorio italiano, soprattutto dove governano sindaci PD. Visto che l’adesione allo Sprar dipende dai sindaci.
“Con i miliardi spesi per i profughi, si potevano fare 650 mila alloggi popolari”
Si tratta di una spesa annua di 13 mila euro per ogni ospite. E poi abbiamo pensionati che devono ‘vivere’ con poche centinaia di euro e disabili che percepiscono 300 euro al mese.
Ma gli Sprar sono solo una parte dell’accoglienza indiscriminata. Ecco infatti i 2,7 miliardi per l’accoglienza negli hotel per profughi esterni allo Sprar e altri 243 milioni di euro per la pronta accoglienza nei luoghi di sbarco, ovvero quando coccolano i clandestini con cestino viaggio, vestiti e scarpe nuove appena arrivati.
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A questi soldi si dovrà sommare dell’altro: sacchetti pasto (circa 5 euro più iva ciascuno), interpretariato tra autorità e immigrato (27,50 euro l’ora), eventuali cure mediche. Le prefetture del Sud, prossime ai luoghi d’approdo, sono all’opera per preparare gestione e operazioni di supporto agli arrivi. Identificazione, pronto sostentamento, sistemazione, alloggio e infine trasporto dagli hub dove, in tempi di 2 o 3 mesi, gli stranieri verranno dirottati nei diversi centri. Ed è qui infatti il piatto più sostanzioso: i primi soldi sono pronti per andare dritti nelle tasche di quelle onlus e quelle coop che ogni anno diventano più ricche a spese dello stato. I 2.400 posti del Cara di Mineo costeranno 50 milioni che verranno spartiti in lotti tra la cooperativa La Cascina di Roma, il Cns di Bologna e il Gus marchigiano per vitto, servizi di pulizia e assistenza in genere. Altri 1.170 posti sono stati già reperiti ad Agrigento per 30 milioni. L’hotspot di Milo in provincia di Trapani ospiterà 400 migranti per 15 milioni annui, quello di Palermo 500 (15,5 milioni) mentre a Pozzallo, in provincia di Ragusa, 1.350 posti costeranno 17,2 milioni. A Enna altri 550 posti (23 milioni), a Messina 250 (11 milioni). In Calabria la parte del leone la recita il Cara di Crotone con 1.216 posti (60 milioni) gestito dalla Miser.Icr di Capo Rizzuto, in Puglia sarà Taranto a fare il pieno di arrivi: 1.812 posti per 21 milioni e mezzo. E siamo solo ai preventivi, non si esclude che da qui a fine anno il modello standard possa essere sottoposto a modifiche.
E non dimentichiamo che una bella fetta se la pappano loro:
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