Profugo odia l’Italia e diventa terrorista perché non può giocare in serie A

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Richiedente asilo, calciatore mancato riciclatosi come aspirante terrorista. Sembra una vicenda surreale, invece quella che è accaduta al 21enne senegalese Mame Fily Sall è del tutto vera. Anche se si è conclusa, fortunatamente, con la sua espulsione.

Sall giunge in Italia nel 2009, passando dal confine francese di Ventimiglia. Ha 13 anni e ottiene un permesso di soggiorno in quel di Schio, in provincia di Vicenza, dove risiedono alcuni suoi parenti. Qui viene notato da alcuni osservatori dell’Hellas Verona, che lo ingaggiano nelle giovanili della squadra scaligera con un stipendio di tutto rispetto: 22mila euro l’anno. Fra 2013 e 2015 raccogliere qualche decina presenze nella “primavera” veronese, passando poi al Vado Ligure (7 presente fra i dilettanti) prima di svincolarsi e appendere le scarpette al chiodo nel luglio 2016.

L’esclusione dall’Hellas e l’impossibilità di accasarsi in qualche altra squadra devono aver però fatto scattare la molla nella sua testa. Stando a quanto riferisce la questura di Vicenza, avrebbe infatti cominciato a manifestare odio nei confronti dell’occidente proprio dopo l’estromissione dal mondo del calcio. L’ex calciatore senegalese inizia a cercare informazioni su sostanze chimiche, prova ad acquistare armi da fuoco e semina il panico nella città che lo ospita, quando si presenta in una gelateria esibendo un coltello da macellaio.

Le forze dell’ordine perquisiscono allora la sua abitando, trovando una copia del Corano e Sall intento ad ascoltare alla televisione la predica di un imam. Scatta così il protocollo antiterrorismo, con provvedimento di espulsione dal territorio nazionale: il fu mediano e aspirante jihadista è stato imbarcato su un aereo partito ieri pomeriggio da Malpensa con destinazione Senegal.

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Ieri pomeriggio gli agenti hanno proceduto all’accompagnamento dell’africano alla frontiera aerea di Milano Malpensa dove è stato imbarcato su un volo diretto al Paese di origine. Per tale espulsione, è stato spiegato, oggi dai vertici della Questura berica è stato utilizzato il “protocollo anti-terrorismo”.

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Non ditelo alla Boldrini, o ci imporrà di schierare almeno 3 profughi nelle squadre di serie A.

A parte l’ironia, dimostra una cosa: masse di africani vengono in Italia convinti di trovare il paradiso in terra, l’inevitabile delusione che colpisce il 99,99 per cento di loro, non può che renderli violenti. E pericolosi.

Magari non tutti diventano terroristi islamici, ma tutti diventano elementi estranei, cellule cancerose pericolosi per il corpo sociale.