Tar obbliga italiani a pagare l’avvocato ai profughi

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Hanno trascinato la prefettura di Prato davanti ai giudici del Tar e hanno vinto il ricorso contro il provvedimento col quale, la scorsa estate, furono cacciati dal centro di accoglienza perché, in seguito ad un controllo, risultarono assenti nonostante fossero già passate le 23, orario fissato per il rientro di tutti gli ospiti nella struttura. I due stranieri, difesi dall’avvocato Raffaella Marranci, potranno dunque far ritorno nel centro di accoglienza.

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I fatti risalgono al 19 giugno 2017 quando un’ispezione accertò che i due, in Italia da maggio 2015 ed entrambi titolari di una richiesta di protezione internazionale, non erano presenti nonostante il regolamento imponesse di rientrare entro le 23. Da qui la revoca delle misure di accoglienza e l’allontanamento dalla struttura con provvedimento notificato il 23 giugno scorso.

Se li avessero imbarcati su un cazzo di aereo, invece di espellerli solo dall’hotel, non avrebbero potuto fare ricorso a spese nostre.

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Il legale ha sottolineato che “le ipotesi di revoca delle misure di accoglienza degli stranieri collocati nei centri straordinari sarebbero disciplinate unicamente dall’apposito decreto legislativo dell’agosto 2015 e dunque la revoca potrebbe essere disposta solo in caso di allontanamento ingiustificato dalla struttura” mentre ai due è stata applicata la norma riservata ai “richiedenti protezione internazionale collocati nelle strutture Sprar”. Non solo: “In ogni caso – si legge nelle carte del Tar – il comportamento posto in essere non avrebbe costituito un allontanamento dalla struttura ma si sarebbe concretizzato in un semplice ritardo nel rientro nell’alloggio” e i due stranieri hanno anche lamentato “la mancata comunicazione dell’avvio del procedimento e il difetto di motivazione”. I due ospiti, insomma, se fossero stati messi al corrente della conseguenza del ritardo, “avrebbero potuto fornire eventuali giustificazioni” senza contare che “la trasgressione compiuta alle regole della struttura non appare suscettibile di mettere immediatamente in pericolo l’ordinata convivenza nella stessa”.

Il Tar, che ha accolto anche la richiesta di ammettere i due stranieri alla difesa a spese dello Stato, ha liquidato con poco più di 2.500 euro l’onorario dell’avvocato.