L’ennesimo scempio multietnico è venuto alla luce dopo la scoperta di una tossicodipendente di Porto Recanati (Macerata) che pagava dosi di eroina con una prestazione sessuale. Lo hanno svelato i carabinieri del Reparto Operativo di Macerata dopo l’operazione ‘River’s end’ con la quale hanno stroncato un traffico di eroina messo in piedi da tre pakistani arrestati che alloggiavano nel famigerato ‘Hotel House’ a Porto Recanati, un complesso occupato da 1.700 immigrati di 23 etnie diverse.
I militari, hanno ricostruito almeno 600 cessioni di altrettanti grammi di eroina avvenute tra giugno 2016 e febbraio 2017: la droga era destinata a tossicodipendenti di Macerata, Ancona e Fermo. Gli scambi avvenivano in gran parte vicino alla foce del Potenza (da qui il nome ‘operazione fine fiume’), in pineta, sulla spiaggia o in parcheggi. I tre arrestati, ha spiegato il Procuratore Giovanni Giorgio, avrebbero tratto profitti per 30 mila euro. All’operazione hanno partecipato anche il Nucleo cinofili di Pesaro, i militari di Porto Recanati e del 6/o battaglione ‘Toscana’.
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La soluzione per l’hotel house – Si dà mano libera alla Folgore che prende d’assalto il complesso, lo sgombera e concentra gli occupanti caricandoli su camion direzione aereoporto. Da lì verso casa loro su C-130. Poi si mina il complesso e lo si abbatte con demolizione controllata.