Torre del Greco, rivolta contro il PD: “Non vogliamo i vostri 300 immigrati”

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Il via libera del commissario straordinario Giacomo Barbato all’arrivo di oltre 300 sedicenti profughi a Torre del Greco scatena la reazione della popolazione locale. A 24 ore dall’ufficializzazione dell’adesione del Comune – attraverso un apposito provvedimento adottato con i poteri della giunta al famigerato protocollo Sprar – il piano di sostituzione etnica concepito dal PD -, esplodono le prime proteste politiche. Guidate dall’ex sindaco Ciro Borriello – il chirurgo plastico con la passione per la politica si era sempre rifiutato di siglare, durante il suo secondo mandato, l’accordo per ospitare circa 300 extracomunitari in città – ma anche Forza Italia, Fratelli d’Italia e Lega.

La delibera dei veleni è stata approvata a inizio marzo e pubblicata all’indomani del voto per il rinnovo di Camera e Senato. L’adesione al protocollo d’intesa prevede la presentazione di una serie di progetti – in collaborazione con i soggetti del terzo settore – destinati a favorire l’inclusione degli extracomunitari in arrivo in città: una soluzione – in linea di massima attuabile tra maggio e luglio – in grado di scongiurare il pericolo di realizzazione di un centro d’accoglienza da parte della prefettura di Napoli, ma ugualmente capace di scatenare una bufera politica. In attesa delle reazioni dell’estrema destra – già in passato gli esponenti locali di Casapound e Forza Nuova scesero in piazza per dire no all’arrivo degli immigrati – i primi a sollevati dubbi e perplessità sono stati i dirigenti locali del centrodestra.

Non è un mistero come Ciro Borriello simpatizzi apertamente con la politica «prima gli italiani» cara a Matteo Salvini. Non a caso, l’ex sindaco alzò le barricate all’epoca in cui la prefettura di Napoli provò a dirottare gli extracomunitari all’ombra del Vesuvio.

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Inevitabile lo sgomento davanti alla delibera approvata da Giacomo Barbato: «Si tratta di un provvedimento chiaramente politico – sottolinea Ciro Borriello – destinato a influire sul futuro della nostra città. Pertanto, ritengo non dovrebbe essere adottato da un commissario straordinario: non capisco la necessità di un’azione del genere, a pochi mesi dall’addio a palazzo Baronale». Concetti già espressi in occasione della chiusura del Museo Civico realizzato all’interno dell’ex orfanotrofio della Santissima Trinità, quando senza giri di parole l’ex sindaco invitò Giacomo Barbato «a occuparsi della gestione ordinaria, magari a cominciare da un’efficiente raccolta dei rifiuti».

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La capiamo noi. Sciolgono giunte e nominano commissari straordinari che poi, dopo il voto che sancisce la fine del governo PD, corrono ad approvare gli ultimi provvedimenti utili a sostituire gli italiani. E’ la democrazia secondo il PD: via il sindaco che si oppone all’invasione, dentro un ‘commissario’ nominato dal governo che approva il piano per l’arrivo di 300 clandestini.

I dirigenti locali del centrodestra commentano con un fermo «basta con l’accoglienza a tutti i costi» la decisione del commissario straordinario. «L’arrivo dei migranti porta a due risultati preoccupanti – sottolineano Cinzia Mirabella e Salvatore Quirino, rispettivamente riferimenti locali di Fi e Fdi – impoverimento ulteriore del tessuto sociale dove sorgono centri d’accoglienza e aumento dei reati perpetrati da stranieri».

Numeri snocciolanti in rapida e preoccupante successione dai politici di Torre del Greco: «Esiste una correlazione chiara tra criminalità e immigrazione – evidenziano i rappresentanti del centrodestra della città del corallo – come confermato dai dati del Ministero dell’Interno. Gli stranieri in Italia sono l’8,3% della popolazione, ma commettono un numero di reati di maggiore di quelli commessi dagli italiani: il 55% dei furti, il 49% delle rapine, il 40% dei sequestri di persona, il 39% delle violenze sessuali sono commessi da stranieri». Concetti solitamente alla base delle battaglie anti-stranieri portate avanti dagli estremisti di Casapound e Forza Nuova: «Affermare questo è razzismo? No, semmai il contrario – ribattono gli esponenti di Forza Italia e Fratelli d’Italia -. Negare la pericolosità di dati del genere equivale a compiere un atto di razzismo contro gli italiani e contro gli immigrati regolari che qui vivono onestamente e contribuiscono con il loro lavoro alla crescita della nostra comunità nazionale». Infine, un monito sul business-immigrazione: «L’accoglienza non deve essere un dogma: gli italiani non devono essere discriminati e messi in secondo piano solo perché non alimentano l’affare-migranti».