L’Italia in una foto: coppia italiana dorme in strada dove l’immigrata fa shopping – FOTO

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Da mesi in piazza Duomo, in attesa di una moneta e di un pasto. L’uomo è accovacciato sul marciapiede bagnato. Il cappuccio di una felpa sdrucita calcato sulla testa. La barba che spunta e si ghiaccia al contatto con la neve bianca. Abbraccia la sua donna che gli dorme sul cuore, corpo minuto e ciuffetto di capelli opachi e smunti di smog. La tiene stretta dentro una coperta rosa a quadrettoni che qualche milanese dal cuore gentile ha scovato in un vecchio armadio. Accanto a loro un cagnolone biondo dorme il sonno dell’inconsapevolezza e degli animali, basta poco a un cane per essere felice. Hanno scritto un pensiero su un cartoncino lasciato a macerare sull’asfalto umido. Poche righe di inchiostro sgualcito in cui chiedono una moneta e forse la grazia di un sorriso.

Sono i due innamorati di piazza del Duomo a Milano, angolo via Mazzini. Sempre loro, sempre stretti e immobili come gli amanti delle cartoline che si distribuiscono a San Valentino. E bastasse questo a raccontarli…. Perché i due innamorati, dategli voi un nome se volete, sono due senzatetto di Milano, come troppi ce ne sono in questi tempi bui e freddi di gelo siberiano.

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E invece stanno lì esposti alla neve che cade copiosa e strana in queste ore a Milano. E allo sguardo indifferente di una signora cinese che guarda e passa
. D’altronde sapete, non si curano di loro le istituzioni, perché dovrebbe farlo un immigrato.

L’altro giorno è morto un altro povero a Milano. Aveva 47 anni, l’età di mezzo, non quella dell’inizio e nemmeno quella della fine, e se ne è andato stroncato da un attacco cardiaco provocato dal gelo della notte. Aveva scelto un angolino di via Vittor Pisani per dormire, vicino alla Stazione Centrale, pensava di stordirsi di alcol e chiacchiere vane, non sapeva che andava a morire. Ha consumato il suo pasto freddo e magro e ha atteso il mattino. E il mattino l’ha scovato che era già crepato e partito per l’altro mondo. Un bravo portiere che lavora in quella strada di traffico e gente frettolosa è uscito a spazzare l’immondizia e l’ha visto lì immobile e rigido. Almeno la morte gli ha dato l’onore improvviso di una storia e di un’identità: si chiamava Max e faceva lo chef, chissà se è verità o leggenda, in ogni caso aveva una famiglia e una vita perbene a Pademo Dugnano. Max, i due innamorati, e chissà chi altro. Dunque la domanda sarà banale e scusate se la poniamo in mezzo ai tanti bollettini di guerra di queste giornate di gelo.

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Ma le istituzioni dove sono? Il Comune dov’è? L’assessore ai servizi sociali dov’è? Dov’è il così tanto celebrato modello di accoglienza predicato dalla sinistra? Lasciare che una coppia consumi la sua esistenza in un angolo di piazza del Duomo? Che si sfinisca di gelo e fumi di auto e caldaie sotto una scritta -“No tem” – che gronda di rabbia di altri? C’è qualcosa che non toma in questo quadro disperato. C’è una Milano che non ci piace dietro quell’abbraccio d’amore. E non basta dire come fa il sindaco Sala «che non si possono obbligare i senzatetto ad accettare il nostro aiuto». Che «ne hanno contattati 200» in queste notti di Burian implacabile «ma solo 8 hanno risposto all’appello». Si deve e si può fare di più.

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Siamo capaci di sfamare – grazie ai contributi statali – 6mila profughi. Che detto così significa nulla ma a conti fatti sono 6,3 milioni di euro mensili. E non riusciamo a creare un sistema di accoglienza adeguato per i senzatetto? Rifiutano l’accoglienza molti di loro, questo è vero. «E non c’è legge che consenta di obbligarli». Ma forse la strada è un’altra. È un sentiero impervio e scomodo, fatto di ascolto e assistenza quotidiana, di monitoraggio vigile e capillare, di pasti caldi certo, ma anche reinserimento nel tessuto sociale e lavorativo. E dire che per i profughi si è pensato di istituire una paghetta da 500 euro mensili. E dire che per i profughi si fanno i corsi di integrazione al supermercato. E dire che i profughi vengono coinvolti persino nella pulizia dei muri e delle strade. Milano è un modello sotto molti punti di vista, lo sappiamo. E ci inorgogliscono la sua efficienza e il suo Rinascimento perenne. Ma vedere le sue piazze, le sue strade, i suoi angoli di marciapiedi costellati di anime perse è faccenda che non si tollera più. Questa non è una storia di due innamorati. Questa è una storia triste e non vediamo una fine.