Musulmani temono l’onda leghista, divisi tra PD e M5s

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I musulmani guardano, per il momento, in attesa dello ius soli, non possono votare. Almeno non tutti. Ma sperano che dalle urne non esca un governo a guida Salvini.

Movimento 5 Stelle e Pd. L’islam ha scelto e non fa niente per nasconderlo. Anzi.

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In Italia si contano almeno 2,6 milioni di musulmani, un milione con cittadinanza e diritto di voto. Non hanno ancora varato un partito ma sognano un voto islamico di massa, capace di incidere sul risultato finale per portare a casa moschee, 8 per mille, ius soli, e una politica estera più gradita e meno «occidentale». Per questo oggi i dirigenti islamici orienteranno il loro voto verso Democratici e «grillini». Il Pd alla fine lo ius soli non lo ha approvato, ma la promessa è lì. E pesa. Khalid Chaouki, ormai ex deputato Pd, da ottobre presidente della Grande moschea di Roma, non è ricandidato ma in un’intervista a Radio Radicale ha affermato che a un Pd pure «in grande difficoltà» oggi «non ci sono alternative». D’altra parte l’Ucoii, l’unione delle comunità islamiche italiane, è guidata da Izzedin Elzir, che nella Firenze di Matteo Renzi ha ottenuto molto. E la moschea milanese di Segrate, guidata dall’ex segretario Ucoii Ali Abu Shwaima, ha ringraziato il governo italiano per aver votato «contro il presidente Usa e la sua dichiarazione di nominare Gerusalemme capitale dello Stato ebraico, attualmente insediato in Palestina».

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Proprio da Segrate è arrivato un «quasi precetto» ai musulmani: «Nel segreto dell’urna – l’indicazione – hanno un interesse fondamentale a recarsi alle urne e nel segreto della cabina, dove nessuno, tranne Allah, rifulga lo splendore della sua luce, li vede esprimere oculatamente su scheda valida il voto…» devono votare «per chi ha sostenuto lo Ius soli». Se qualcuno avesse ancora dubbi, in moschea pochi giorni fa ha potuto fare campagna elettorale il segretario milanese dei renziani Pietro Bussolati, accompagnato dalla consigliera comunale Sumaya Abdel Qader, impegnatissima sul fronte dell’immigrazione e promotrice col Pd della marcia «senza muri».

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Ma se l’Ucoii resta vicino al Pd, una costola del mondo islamico, più impaziente e movimentista, sostiene i 5 Stelle. «Finora la maggior parte degli islamici votava la sinistra, adesso vedo che si orientano sui 5 Stelle. Anch’io voterò il Movimento» ha detto il leader dei centri islamici milanesi, il discusso Davide Piccardo, che col padre Hamza promuove una costituente islamica che proprio ai 5 Stelle si ispira. Identico endorsement è arrivato dal coordinatore romano Francesco Tieri.

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Molte le loro affinità coi 5 stelle, prima fra tutte l’impostazione anti-occidentale (e «anti-sionista»). E intanto i grillini lombardi promettono di cancellare la legge regionale del centrodestra, che ha fermato le nuove moschee.

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