Non è più la Chiesa di Lepano. E non è nemmeno più la Chiesa di Giovanni Paolo II:
Il giuramento di Salvini sul Vangelo, con il rosario in mano, ha ingelosito i vescovi: “Mi impegno e giuro di essere fedele al mio popolo, ai 60 milioni di italiani e di farlo rispettando gli insegnamenti contenuti nella Costituzione e nel sacro Vangelo. Io lo giuro, lo giurate con me? Andiamo a governare, riprendiamoci il Paese”.
Il giuramento deve avere preoccupato gli alti papaveri del Vaticano. Che ancora non si rendono conto di essere una forza residuale. Una grande ong che fa business ma che, ormai, non ha più il controllo dei fedeli. Stufi. Schifati.
E i vescovi si sono scatenati:
Vescovo dei clandestini contro Salvini: “Esibisce il rosario e il vangelo per ottenere consensi”
Salvini ha risposto: “Se qualcuno preferisce impegnarsi sul Corano o su altro io vado orgoglioso di una tradizione che qualcuno ha negato in Europa”.
“Nella mia Italia l’immigrazione ha delle regole, dei numeri, dei limiti – ha spiegato – con 5 milioni di italiani in povertà il ‘prossimo mio’ è a Milano, Napoli, Torino, Roma…”. E a Galantino, che gli ha dato dello “sciacallo”, ha ricordato i comizi di Renzi, Boldrini e Bonino nelle chiese. “Mi spiace se qualcuno si è offeso ma ho fatto un gesto col cuore…”.