Lavinia Flavia Cassaro è la “professoressa”, in realtà una maestra, e questo è ancora più inquietante, che odia i poliziotti. Insegna all’Istituto Comprensivo Leonardo Da Vinci di Torino, una scuola elementare nella periferia Nord della città. Bambini in mano ad una militante anifà.

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In mano ad una maestra che è membro attivo del famigerato centro sociale Gabrio. Secondo gli agenti: “La digos la conosce molto bene e non va presentata come una professoressa impazzita durante un corteo”. Nel suo curriculum ci sono “precedenti legati alla sua attività” come “occupazioni e imbrattamenti”. E insegna ai bambini. Cosa, non si sa.

Nata nel 1980 a Piazza Amerina, ad Enna, risultava residente a Bologna “ma di fatto domiciliata a Torino”. Un verbale di identificazione per una denuncia per “imbrattamento di cose altrui” la descrive come “sposata, insegnante, conosciuta agli archivi di Polizia”.

Nel suo profilo Facebook condivide più volte notizie legate alla lotta contro la Tav e alle proteste dei No Muos. E fin qui non è un problema: spesso abbiamo criticato chi ha lasciato all’estrema sinistra una giusta battaglia dei territori contro l’imposizione di strutture invasive.

Ma c’è di più: “Quello che hai visto in video l’altra sera – continua il poliziotto – è quello che fa sempre”. Ora “l’Ufficio scolastico regionale del Piemonte – ha detto oggi Valeria Fedeli – dopo aver svolto i necessari approfondimenti, mi ha informato che in data odierna è stato avviato un procedimento disciplinare”. L’obiettivo è quello di capire se sia compatibile con il ruolo educativo che svolge. Ci sarebbero dei dubbi, rinvigoriti da quanto successo a Torino. Il Corriere infatti riporta la testimonianza di una mamma dell’Istituto il cui figlio, alunno alle medie, “sentiva le urla arrivare dal piano delle elementari dove c’era lei”. “Gridava sempre e i bambini erano terrorizzati – spiega Claudia – finché un papà si è arrabbiato e allora finalmente l’hanno tolta dalla seconda B” per mandarla con bimbi più grandi.

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“Dentro le istituzioni – dice Pietro Di Lorenzo, segretario provinciale del Siap torinese – non ci può essere spazio per chi nutre e predica odio verso i poliziotti. Le deve essere impedito senza se e senza ma il prosieguo del suo percorso nel mondo della scuola”.