Il kapò brufoloso di facebook colpisce ancora. La follia politicamente corretta e di pura censura ha subito un’impennata in vista delle elezioni, con pagine e profili non di sinistra letteralmente decapitati dalla furia sinistarda dei teppisti digitali al servizietto di Zuckerberg.
La scure della censura politically correct si abbatte non solo su un vocabolo della lingua italiana che deriva direttamente dal latino ma anche su uno dei cognomi più diffusi in tutto lo Stivale: Negri. VERIFICA LA NOTIZIA
Che secondo Facebook, evidentemente, è parola di per sè razzista, indegna di esistere e meritevole di essere cestinata non appena compulsata sulla tastiera o sullo schermo dello smartphone. Questo almeno è ciò che sembra emergere dalle segnalazioni di due personaggi che certo non sono sospettabili di pulsioni razziste: Mauro Vanetti di Sinistra Rivoluzionaria e Elisa Corridoni di Potere al popolo.
Due politici di sinistra che, come racconta una testata progressista come L’Espresso, si sono visti sospendere dal social network fondato da Mark Zuckerberg per aver usato la parola proibita. Vanetti per aver citato la poetessa lodigiana Ada Negri, la Corridoni per aver menzionato il sessantottino Toni.