Il paese senza tasse e immigrati dove la Lega ha preso il 93%

Vox
Condividi!

«Se siamo ancora vivi è grazie a Matteo», dicono quasi tutti. Pontinvrea, 870 residenti: il 93 per cento dei votanti alle ultime elezioni comunali ha scelto il sindaco leghista Matteo Camiciottoli.

Il sindaco Camiciottoli deve la sua fama nazionale a tre iniziative. Aver tagliato completamente le tasse comunali: circa 100 euro di risparmio per ogni residente. Aver annunciato, al contrario, una tassa di soggiorno da 2,50 su ogni migrante che, eventualmente, una qualche cooperativa avesse ipotizzato di ospitare sul suo territorio. Infine ha scritto su Facebook un post contro Boldrini dopo l’arresto degli stupratori di Rimini.

VERIFICA LA NOTIZIA

Il santone Enrico Mentana, su Facebook, ha risposto a Camiciottoli così: «Sei un cretino, anche se fai il sindaco». Ce ne sono anche tra i giornalisti.

Il sindaco ha eliminato tutto, niente più Imu, Tari e Tasi: un taglio da 140 mila euro su un bilancio da 1 milione all’anno per le casse comunali: «Ho risparmiato 30 mila euro con l’illuminazione a led, 60 mila euro copiando la raccolta differenziata virtuosa del Comune toscano di Capannori, 50 mila con l’affitto della vecchia casa di riposo in disuso». Così risponde il sindaco Camiciottoli, nato a Genova da una famiglia di ristoratori.

Vox

«Ho votato Matteo e voterò anche Matteo Salvini» dice Andrea, 24 anni. «Se in questo paese stiamo in pace, lo dobbiamo a lui» dice un altro ragazzo sulla panchina. È nato qui il movimento giovanile che si chiama «Noi che vogliamo Matteo Salvini a Palazzo Chigi».

A Pontinvrea vivono soltanto due famiglie con un cognome straniero, una albanese e una romena. Nessuna «invasione» si profila all’orizzonte. Semmai un problema di spopolamento: sempre che sia un problema, in territori densamente popolati. I bambini scendono dai prati innevati con le slitte. Sono trenta gli iscritti alla scuola materna ed elementare. La sanità è un furgone che risale le curve della vallata: «Unità mobile di servizi ambulatoriali e diagnostica».

Immagina un’Italia così: senza tasse e senza immigrati. Che poi, sia chiaro, i secondi portano le prime.