In cinque anni la spesa per i gratuiti patrocini in Sardegna è raddoppiata, passando dagli 8 milioni di euro del 2012 ai 16 milioni del 2016.
Un boom figlio dei ricorsi dei finti profughi che, spalleggiati dalle coop, fanno sempre ricorso al diniego di asilo, loro rimangono in hotel, le coop continuano ad incassare, gli avvocati amici delle coop ingrassano: uomini e donne che non percepiscono alcun reddito oltre lo stipendio da profughi e dunque hanno sempre diritto alla difesa gratuita. Questo ha generato un parallelo business milionario.
Complessivamente si arriva a 6.216 cause, che portano a stimare in oltre 6 milioni di euro il costo delle parcelle legali a carico dell’Erario negli ultimi 5 anni solo a Cagliari. In Italia si sale a 40 milioni l’anno.
I dubbi però nascono a monte, cioè al momento della nomina degli avvocati da parte dei migranti che non hanno alcuna conoscenza delle lingua e delle leggi del nostro Paese.
Non esiste infatti un elenco a cui rivolgersi e le strutture di accoglienza non hanno alcun obbligo. Così, col crescere dei numeri e delle cifre, tra le toghe è montato anche il malumore.
Ecco quindi l’esistenza di cartelli di avvocati che, grazie ad accordi con i centri che ospitano i richiedenti asilo, fanno incetta di clienti e dunque di ammissioni al gratuito patrocinio, sfornando domande in ciclostile.