Donne pulizie violentate dai profughi: migranti scomparsi

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«Si deve tornare ad indagare sulle violenze sessuali da parte dei profughi alle addette alle pulizie del campo di San Siro di Bagnoli». Si tratta di palpeggiamenti, pesanti forme di esibizionismo e altre “attenzioni” ai danni delle operatrici quando queste pulivano stanze e bagni. Perché loro, i fancazzisti in fuga da guerre che non esistono, non possono pulirsi le stanze da soli: hanno bisogno delle serve italiane. Da molestare.

Donne pulizie molestate dai profughi, aperta indagine

Quattro lavoratrici di una ditta esterna avevano denunciato le violenze, citando nella querela il soprannome con il quale conoscevano i soggetti, la procura le aveva snobbate, chiedendo l’archiviazione perché i carabinieri non erano riusciti ad identificare gli autori, che nel frattempo erano scomparsi.

Ma l’avvocato difensore Stefano Fratucello si era opposto all’archiviazione e ora il gip Mariella Fino ha ordinato nuove indagini alla procura, ritenendo che non sia così difficile dare un nome e un cognome ai profughi.

«Non credo sia difficile arrivare ai nomi dei responsabili» aveva detto nell’immediatezza dei fatti Elena Capone di Labor «visto che la stessa prefettura aveva disposto l’allontanamento in un altro centro di accoglienza di uno dei soggetti coinvolti». Avete letto bene: li hanno spostati per cancellare le tracce.

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Ora quindi partono le nuove indagini, il primo passo sarà quello di identificare il nome del profugo ‘spostato’ da Bagnoli dopo quei fatti. Va specificato anche che le querelanti non avevano sporto denuncia nell’immediatezza dei fatti per timore di essere licenziate, come spiegarono alcuni sindacalisti: ne esistono ancora – proprio per questo alcuni episodi si sono prescritti – ma prima ne avevano parlato con la coop e poi pure con Edeco che gestiva il campo.

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Si fa riferimento a più casi di violenza per i quali l’ipotesi di reato è di violenza sessuale. Le lavoratrici avevano per l’appunto esposto il caso al loro titolare e al gestore del centro, la cooperativa Edeco, senza ottenere i provvedimenti in cui confidavano. Oltre al reato di violenza sessuale, per la difesa delle lavoratrici, sarebbero da accertare anche le responsabilità di chi avrebbe dovuto garantire la sicurezza delle addette.

Prima i comportamenti di alcuni stranieri si limitavano a qualche battuta in un italiano stentato, magari accompagnato da qualche gesto osceno. Poi dalle parole, si è passati alle vie di fatto. Così le lavoratrici in molte occasioni venivano “scortate”.

La coop responsabile del centro è responsabile di non avere denunciato alle autorità quanto avvenuto. Hanno coperto le violenze perché in quel periodo c’erano stati altri stupri dei loro profughi e non volevano cattiva pubblicità.