E’ la seconda fase dell’invasione. Italiani sfruttati da immigrati. Accade a Catania, dove due giovani italiane che, motivi economici, hanno accettato un lavoro sottopagato in un esercizio commerciale gestito da imprenditori cinesi. Perché quando apri le frontiere, poi ti devi ‘adeguare’ alla concorrenza.
Senza aver firmato alcun contratto di lavoro, le due ragazze operavano per 10 ore al giorno e venivano pagate un euro e 60 centesimi all’ora. Ed erano continuamente sottoposte a controllo remoto mediante telecamere posizionate nel negozio. Altro che ‘bracciale elettronico’ di Amazon: lo sfruttamento cinese è già qui.
Il titolare dell’esercizio commerciale è stato denunciato per sfruttamento dei lavoratori facendo leva sul loro stato di bisogno, mentre l’attività è stata chiusa temporaneamente. Gli agenti hanno riscontrato anche gravi mancanze non solo in tema di sicurezza degli ambienti di lavoro, ma anche di igiene: locali sporchi e senza armadietti dove i dipendenti potevano custodire i propri effetti personali.
Il fatto è che non dovrebbero esserci attività cinesi in Italia. Ma per questo non basta un nuovo governo, serve un governo rivoluzionario. Il 4 marzo sarà solo un primo passo. Che però è essenziale fare.
Per liberarci dei dementi che pensano l’emergenza italiana sia il ‘fascismo’.