Veneto, modella nera attacca immigrati: «Sono scimmiotti parassiti, cacciateli»

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Giada Sgarbossa è rimasta sorpresa dall’attenzione virale che il suo post ha ricevuto ha 30 anni. Lavora come modella, da tempo, e da 4 anni ha aperto un’agenzia di eventi e comunicazione. Quel pensiero che ha espresso tutto d’un fiato su Facebook ce l’aveva dentro, lo covava. Ma la molla che l’ha fatta scattare, «perché è giusto dare voce a queste idee», è legata a un dialogo con la sua parrucchiera. Che, guarda caso, è nera (o negra come preferisce definirsi Giada) come lei, della Costa d’Avorio.

«Ha 42 anni, lavora molto, paga le tasse, come faccio io. Tutto in regola. Si dà da fare. E con lei ho condiviso la sofferenza di venire etichettati per colpa di gente di colore come noi che si comporta male, non lavora, non rispetta le leggi. Gente che mi importuna, per strada. Gente che non fa il bene di questo Paese». Contro di loro Giada, autofirmatasi “negra italiana”, ha usato parole forti.

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Per questo, qualcuno è arrivato a definirla razzista: «Razzista io? Non c’è nulla di più lontano da me del razzismo. Ho dato degli scimmiotti e parassiti a chi non fa nulla». E lo «scimmiotto» nulla ha a che fare con il colore della pelle.
«Scimmiotto sta per pelandrone», puntualizza.

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«Mi dispiacciono i commenti in cui vengo accusata, ma ho usato parole forti apposta, non ci si può attaccare ad alcune frasi e strumentalizzarle. Ma scusate, se critichi un bianco va bene, se fai la stessa critica a un nero sei razzista? Io voglio solo difendere, con la mia voce, chi ha la pelle del mio colore e si trova penalizzato da quelli che sbagliano e delinquono. Loro devono essere rimandati a casa, fanno del male a tanti come noi che si comportano bene».

E’ giusto che l’Italia rimanga Italia. Non diventi una poltiglia multirazziale senza identità. Non diventi un Brasile senza le risorse del Brasile. E l’estensione del Brasile, che permette a pochi di vivere nel lusso: qui sarebbe una favela senza soluzione di continuità.