Solidarietà al consigliere Pd. Ha subito un furto, da parte del solito immigrato. Costì Rosario Dezio, imprenditore e consigliere Pd a Vittoria (Ragusa), componente della segreteria del Pd, si è fatto giustizia da solo.
Lo ha picchiato a mani nude e con un bastone prima di esplodere alcuni colpi di fucile in aria per spaventarlo. Perché comprendesse che non si fa. A lui non si fa. Non soddisfatto, il giorno dopo lo avrebbe raggiunto in un casolare abbandonato dove lo ha sequestrato per ore all’interno dell’azienda chiudendolo in un garage: l’operaio, legato mani e piedi e appeso a una trave, sarebbe stato colpito con un bastone, riportando una prognosi di 45 giorni. Oltre a lui, il 41enne avrebbe pestato in maniera meno violenta altri due romeni. Proprio uno di loro il 15 febbraio scorso ha denunciato l’accaduto ai carabinieri, che in un sopralluogo li hanno trovati ancora doloranti e terrorizzati.
L’azienda agricola di Dezio, tra l’altro, era già nota alle forze dell’ordine perché in passato era stata sottoposta a controlli contro il caporalato. E ora il 41enne – che ha ammesso in modo spavaldo le sue responsabilità – è ai domiciliari per lesioni gravi, sequestro di persona e porto d’armi.
Il suo legale, l’avvocato Giuseppe Russotto, però parla di “violenza non giustificabile”, ma di “reazione comprensibile” perché col furto di nafta da parte dei suoi dipendenti Dezio avrebbe perso decine di migliaia di euro per la gelata in una serra. Inoltre smentisce l’utilizzo di armi e il sequestro da parte del proprio assistito.
Beh, non proprio solidarietà. Se è vero che farsi giustizia è cosa buona e giusta, sfruttare l’immigrazione è proprio quello che sta uccidendo la nostra terra. Da bravo piddino importava migranti a basso costo da sfruttare – a questo servono i traghettamenti ‘umanitari’ – ma questo andava bene finché rubavano lavoro agli altri, non cose a lui.