Pestaggio carabiniere, Moustafa il più violento: “Rimandiamolo in Egitto”

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«Chiedo formalmente al ministro Minniti di mettere i sigilli al centro sociale Askatasuna spiega il senatore Maurizio Gasparri (Forza Italia) – perché è un ricettacolo di infezione, violenza e provocazione da cui sono partiti decine di No Tav che negli anni hanno ferito poliziotti e carabinieri nei boschi piemontesi e da cui so che proviene uno degli aggressori. Quanto all’egiziano fermato, rimandiamolo in Egitto, dove sono certo Al Sisi potrebbe dargli la giusta punizione».

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Moustafa Elshennawi, Giorgio Battagliola e Lorenzo Canti. Sono i tre che hanno picchiato, sabato scorso a Piacenza, nel corso della manifestazione antifascista, il brigadiere capo Luca Belvedere.

Tutti e tre teppisti rossi.

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Battagliola, che fa parte del centro sociale Askatasuna, non è al suo primo arresto. Tre anni fa fu messo ai domiciliari per aver accerchiato con altri teppisti rossi una pattuglia di carabinieri. Allora a un militare dell’Arma disse: «Ti faccio un buco in testa e vi buco la macchina». Ha anche «il foglio di via», come lui stesso si vanta.

Moustafa Elshennawi, classe 1995, operaio in un’azienda logistica nel Piacentino, è invece un egiziano residente a Belgioioso, iscritto al Si Cobas di Lodi-Pavia, tanto che in casa sua sarebbe stata recuperata la bandiera del sindacato. Da quanto si apprende è accusato di rapina, in quanto avrebbe occultato il manganello di Belvedere, violenza e minaccia a pubblico ufficiale e lesioni aggravate in concorso. È lui che, si vede bene dal filmato del pestaggio del carabiniere, gli ha preso lo scudo per poi colpirlo ripetutamente e con inaudita violenza.

Saldatura tra estremisti rossi e islamici. Il brodo di coltura sono i centri sociali.