Un massone da qualche settimana ‘in sonno’ è candidato in Campania con il Movimento 5Stelle: Lello Vitiello, «Oratore» della loggia napoletana «Sfinge», la numero 1.283 aderente all’obbedienza del Grande Oriente d’Italia.
NEL regolamento grillino era espressamente vietata l’appartenenza a logge massoniche per i candidati alle Parlamentarie, ma Vitiello non è dovuto passare dal voto degli iscritti: è stato inserito nel collegio uninominale di Campania 3 direttamente dal direttorio, l’ultima parola spettava infatti al leader Luigi Di Maio.
Fino a pochi giorni fa era stato proprio Di Maio ad assicurare che non ci sarebbero stati «grembiulini» tra i candidati. «Chi è iscritto alla massoneria diceva il candidato premier M5s appena pochi giorni fa in un programma tv – non si può candidare con il Movimento 5 Stelle». Non è andata proprio così. Nei grillini, tra gli aspiranti ad un seggio in Parlamento, almeno un massone c’è.
Secondo l’Adnkronos, il M5S sarebbe ora pronto a chiedere all’avvocato campano di firmare un modulo con l’impegno a dimettersi in caso di elezione. Soluzione già adottata per Emanuele Dessì, Carlo Martelli e Andrea Cecconi. Il che, all’uninominale, è un gesto poco democratico, visto che gli elettori eleggono direttamente la persona. Sarebbe stato meglio scoprirlo prima, anche perché è stato nominato direttamente.
«Nel Movimento – spiegano fonti di primo piano – non è accettabile che ci siano candidati iscritti alla massoneria, anche se “in sonno”, come nel caso di Vitiello», al quale viene anche contestato il fatto di non aver informato i vertici del Movimento della sua appartenenza alla loggia.