PD patrocina mostra negazionista sulle Foibe nel giorno del Ricordo

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«Evento negazionista delle Foibe con il patrocinio del Comune di Orvieto» inaugurato il 10 febbraio, nel “giorno del ricordo”, istituito in commemorazione delle vittime italiane delle foibe.

L’iniziativa “Testa per dente”, patrocinata dal comune di Orvieto, si propone di «Aiutare gli italiani di oggi a imparare dalla storia per non ripetere gli stessi errori, e a recuperare quei valori della Resistenza antifascista». L’evento non è passato inosservato agli occhi dell’assessore comunale al commercio di Trieste, Lorenzo Giorgi, che ha colto un intento quantomeno provocatorio nella scelta del 10 febbraio come data d’inizio e nel dichiarato intento di sbugiardare un presunto revisionismo storico.

Giorgi ha quindi proposto ai triestini una protesta “social”, esortando a postare sulla pagina Facebook del Comune di Orvieto una dichiarazione di publico sdegno: «Egregio signor Sindaco, oltre che dimostrare una sensibilità istituzionale nulla, Lei offende centinaia di migliaia di persone che hanno vissuto l’emarginazione dell’Esodo dalla terre di Istria, Quarnaro e Dalmazia».

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La bacheca del Comune di Orvieto è stata presto sommersa da giudizi negativi e dal messaggio di Giorgi, copiato e incollato fino a diventare virale, il quale cita alcuni degli orrori legati alle foibe di Basovizza. Così l’assessore si rivolge al sindaco della città umbra: «È come se Lei sputasse su: Norma Cossetto, legata ad un tavolo stuprata da 17 persone, scaraventata, insieme ad altri sventurati, nella foiba di Villa Surani con un pezzo di legno nei genitali; Don Angelo Tarticchio, riesumato nudo con una corona di spine sulla testa ed i genitali tagliati e conficcati in bocca»

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«Nel sottolineare che il Maresciallo Josip Broz detto Tito ha sul groppone 570.000 uccisioni (13° nella classifica dei criminali del ‘900) – inveisce Giorgi – , desidero farla riflettere sul fatto che non dovrà stupirsi se sorgerà una nuova stagione dell’odio, poiché Lei ne contribuisce alla nascita ed alimenta, concedendo spazio a simili manifestazioni, il contrario dei valori che la Memoria, tutelata da due leggi dello stato (la 20/200 e la 92/2004) si affatica a trasmettere, ovvero: mai più violenza, sia essa razziale o ideologica. Lei ha deciso di andare nella direzione opposta ed operando in tal modo deve attendersi, prima o poi, che qualche associazione o qualche gruppo di studio Le chiederà una sala comunale per un convegno teso a giustificare la Shoah – conclude -, piuttosto che l’Eccidio di Marzabotto o la strage di Macerata di questi ultimi giorni».

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