L’invio del fascicolo d’inchiesta su gravissimi casi di corruzione dalla procura della Corte suprema di Atene al Parlamento greco, che coinvolgerebbero dieci tra ex premier e ministri greci e la casa farmaceutica Novartis, ha generato una spirale di dichiarazioni e polemiche sia all’intero dell’opinione pubblica nazionale che a livello europeo. E promette di terremotare anche la Commissione europea.
Tra i nomi contenuti nel fascicolo d’inchiesta, infatti, c’è anche quello dell’attuale commissario Ue per le Migrazioni gli affari interni e la cittadinanza, Dimitris Avramopoulos, che nel periodo 2006-2009 ricopriva in Grecia l’incarico di ministro della Sanita’ e dalla Solidarieta’ sociale, sotto il governo guidato dall’allora premier di Nuova democrazia (Nd) Kostas Karamanlis. Avramopoulos ha esortato oggi le autorita’ locali a fare luce sul quello che ha definito “il presunto scandalo di tangenti” – che lo riguarda direttamente – sottolineando che le accuse contro di lui sono “politicamente motivate”. Insomma, Avramopoulos invosa il famigerato “fumus persecutionis” tanto caro agli onorevoli corrotti italiani, e cioè la tesi che i giudici ce l’hanno con lui per ragioni politiche e non perchè hanno prove tonanti che è un corrotto.