Di cosa aveva bisogno Prato, città che nel giro del prossimo decennio vedrà, se non facciamo qualcosa, una maggioranza non italiana? Ma di una moschea, ovvio.
L’atto formale è stato firmato e ora la nuova moschea di Prato, in piazza del Mercato nuovo, è più vicina. Da mercoledì l’associazione islamica “La Speranza” – composta dai fuoriusciti dal centro di preghiera di vicolo dei Gherardacci – è ufficialmente proprietaria dell’immenso capannone di piazza del Mercato Nuovo, angolo via Bresci, che un tempo ospitava l’ex Calamai. Il rogito è stato definito di fronte al notaio Giuseppe Mattera tra i vecchi proprietari e una decina di rappresentanti dell’associazione tra cui il nuovo presidente, Ezzenati Abderrahmane, arrivato dopo che Abdelmoula Mazigh – che si è occupato della trattativa per l’acquisto dell’immobile da circa 930 metri quadrati – ha dato le dimissioni per “motivi tecnici”, come da lui spiegato alla Nazione.
Il rogito è arrivato un anno e mezzo dopo il compromesso con cui l’associazione islamica si era impegnata ad acquistare l’immobile a fronte di una caparra di 60mila euro. Costo totale dell’operazione: 460mila euro che l’associazione La Speranza ha raccolto tra i fedeli in un anno e mezzo racimolando i soldi a fine di ogni preghiera, anche cinquemila euro al colpo.
A sollevare polemiche – all’epoca del compromesso – fu il progetto presentato dall’associazione che prevedeva la costruzione di un minareto alto cinque metri, dal quale il muezzin chiama i fedeli alla preghiera.
Il progetto di massima è ancora oggi il solito del 2016. La moschea occuperà tutti i 930 metri quadrati del capannone con due ingressi, due stanze di preghiera (divise fra uomini e donne), un banco alimentare, una scuola di arabo e una madrassa per l’insegnamento del Corano ai bambini.