Candidato della Lorenzin a presidente Regione Lazio

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Anche il presidente della regione Lazio è un lavoro che gli italiani non vogliono fare. Pensate che Alfano e Lorenzin erano in Forza Italia:

L'ex assessore di Veltroni in corsa per la Regione Lazio.E' un buon candidato per voi?

Posted by RomaToday on Monday, January 29, 2018

Nulla di strano, visto che gli alfanini hanno come ragione sociale la distruzione della società italiana per mezzo dell’immigrazione. Semmai è strano che anche alcuni ‘identitari’ si muovano su territori simili.

Qui, come in altre occasioni, non discutiamo il valore individuale della persona, non è questo in discussione, ma l’identità. L’identità che, come molti dimenticano nell’orgia buonista dell’accoglienza, non è “qualcosa che si assorbe”, è qualcosa di consustanziale all’essere umano. E’ l’essere umano.

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Quest’idea dell’individuo intercambiabile che contraddistingue la visione comune della società moderna di comunismo e liberismo, è alla radice del caos moderno. Perché l’uomo non è intercambiabile, e crederlo tale – e agendo politicamente credendo sia tale – genera effetti caotici. Cose lievi, come la Yugoslavia.

Voler imporre alla popolazione l’idea che essere Italiano – o Cinese o Congolese – sia solo un “fattore culturale”, è l’ultimo tassello per la creazione di una società schiavile ove regni la confusione etnica e sulla quale domini, in virtù di questo, una élite burocratica.

Ci chiediamo: che cosa è, “essere Italiani”? Una cosa che si impara? Qualcosa che si assimila nell’esperienza? Perché se così, allora, non avrebbe senso alcuno opporsi all’immigrazione di massa.
Se così, uno o cento milioni non cambierebbe nulla: basterebbe aspettare un certo periodo di tempo, e questi acquisirebbero per osmosi l’identità italiana. Ovviamente non è così, perché al di là della visione cartesiana della realtà, la mente è espressione del corpo, il “cervello è corpo”, e come non cambia l’estetica dell’immigrato – un nero non diventa bianco con la permanenza in Italia – così non mutano le connessioni cerebrali e l’attività cerebrale di un individuo, ovvero ciò che una persona è. Un Africano rimarrà sempre Africano, un Cinese rimarrà sempre Cinese e un Italiano rimarrà sempre Italiano non importa dove vivono. Possono acquisire parzialmente – con un comportamento mimetico – usi e costumi del paese ospitante, ma in modo peculiare. Non diventano “italiani” perché vivono in Italia. Non più di quanto un gatto diventi umano perché vive in una casa.

Gli intellòs da Fabourg Saint Germain vi diranno che questa è una visione “deterministica” della realtà, una spiegazione “zoologica” dell’essere umano. Notizia: l’uomo è un animale, il più intelligente del branco, ma pur sempre un animale. Ed è in questo contesto che deve essere compreso.

L’Oligarchia ha deciso che si debba accettare l’asservimento di un popolo millenario – il nostro – agli ultimi arrivati.
I media di distrazione di massa bombardano le nostre case con la propaganda multietnica. Il messaggio dell’Oligarchia è questo: “arrendetevi al nuovo ordine, la resistenza è inutile”.

Vogliono imporre la “diversità” perché consci che la “omogeneità etnica” è l’unico ostacolo tra loro e il potere totale. La diversità è debolezza, è crollo dei legami familiari ed etnici. Ed è nel vuoto che si crea in tale debolezza che nascono le tirannie e muoiono le libertà.
E anche i sedicenti cultori della tradizione – come Veneziani – non si rendono conto che ogni pezzo è parte del puzzle. Che tolto un pezzo, la totalità cede.
L’obiettivo dell’Oligarchia è il “brasile”, una società mulatta – e quindi polverizzata – sopra la quale un’élite ricca e pura domina incontrastata.

Qualcuno scrisse tempo fa: “L’Italia è degli italiani e di chi la ama e la rispetta“. Il fatto che tuo figlio non ti rispetti, elimina il legame di sangue? Il fatto che un estraneo ti rispetti lo rende tuo figlio?
E’ una tesi totalmente illogica, totalmente insostenibile. Si è quel che si è, volenti o nolenti. L’identità non si impara, si eredita.