Sbarchi ripresi, Ong gestiscono il 50% del traffico di clandestini: ora puntano ai detenuti tunisini

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Come sapete, gli sbarchi sono ripresi in grande stile:

E’ boom sbarchi, 2.749 clandestini in 22 giorni: +15%

E la situazione nei punti di sbarco è totalmente fuori controllo:

Lampedusa sotto assedio, Tunisini prendono d’assalto case turisti

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Protagonisti del nuovo boom di sbarchi sono sempre le loro: le famigerate Ong, i trafficanti umanitari.

A guidare la flotta dei trafficanti umanitari come sempre loro, i Medici Senza Frontiere ma con portafoglio con la Acquarius di Sos Mediterraneé; poi ci sono la nave di Proactiva Open Arms, i due pescherecci di Sea Eye (che ora si sono però rivolti al mercato degli ex detenuti tunisini e stazionano davanti alla Tunisia) e Mission Lifeline.

I satelliti dimostrano come la nave di Open Arms il 17 gennaio fosse di fronte a Msallata e non nel tratto di mare che divide Trapani dalla Tunisia.

Sono loro ad avere, con la complicità del Governo, il quasi monopolio dei traghettamenti che, come sappiamo, ingrassano le mafie che gestiscono i centri di accoglienza: chi finanzia le Ong che portano clienti alle mafie?

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Ad agosto, ad esempio, dei 3.993 immigrati arrivati nel Belpaese, ben 1.631 erano saliti su un natante umanitario, ovvero il 40% del totale. I numeri fanno impressione: la Guardia Costiera si è fermata a 853, Eunavfor-Med solo 196 e Triton a 107.

A settembre le Ong collezionavano il 51% delle operazioni di salvataggio portate a termine. Dei 4.648 migranti certificati dai guardacoste, ben 2.379 hanno trovato un ancora di galleggiamento grazie alle varie Msf e Sea Eye, contro i soli 465 della Guardia Costiera, i 554 di Eunavfor-Med e i 199 di Triton. Solo a ottobre il trend si è invertito, per riprendere però a novembre con un altro 40% di clandestini portati a terra “grazie” all’operato umanitario. A conti fatti, da agosto (mese d’inizio della dottrina Minitti) a novembre, quasi il 40% dei richiedenti asilo che l’Italia si trova ad accudire sono stati recuperati dai natanti delle Organizzazioni non governative. Gli ultimi fatti di cronaca, infine, fanno pensare che anche i mesi di dicembre e gennaio siano stati ad appannaggio delle Ong.