Carabiniere minaccia spacciatori marocchini: “Faccio una strage”, arrestato

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Un altro carabiniere, tra quelli indagati dalla procura di Massa Carrara nell’ambito della famigerata inchiesta sui cosiddetti abusi nelle caserme della Lunigiana, è stato raggiunto da una misura di custodia cautelare ai domiciliari, con braccialetto elettronico, emessa dal gip lo scorso 17 gennaio. Lo rende noto il procuratore capo di Massa Carrara, Aldo Giubilaro, spiegando che la procura aveva chiesto, il 23 novembre scorso, la custodia in carcere. Ridicolo.

Ripercorriamo la vicenda di questa inchiesta che ha deliziato la criminalità locale di importazione:

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Il carabiniere è un appuntato in forze alla caserma di Licciana Nardi. In una nota, il procuratore spiega ancora che l’evolversi dell’inchiesta avrebbe portato a un cambiamento del quadro probatorio e la procura ha per questo chiesto la misura cautelare. Da quanto si apprende, il militare finito ai domiciliari, in un’intercettazione ambientale in un bar, rivolgendosi agli avventori marocchini (spacciatori ndr…), li avrebbe minacciati, “sostenendo che avrebbe preso un kalashnikov e avrebbe fatto una strage“. In pratica avrebbe applicato il metodo Duterte.

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Nella nota diramata oggi, il capo della procura di Massa, tenta di pararsi dalla furia dei carabinieri, esprimendo rammarico “per l’adozione di una misura nei confronti di un ulteriore carabiniere”, e ribadisce l’apprezzamento suo e dei magistrati dell’ufficio “per la più che encomiabile attività svolta quotidianamente dai militari dell’Arma a tutela della vita, dell’incolumità e della sicurezza di tutti, anche a costo di rischi e sacrifici personali”, ma evidenzia “l’inderogabile necessità in uno Stato di diritto di procedere nei confronti di chiunque risulti responsabile di fatti penalmente rilevanti a prescindere dalla pur lodevole attività normalmente svolta da militari dell’Arma dei carabinieri compresi, non essendo consentito che la sola appartenenza a questo meritevole e glorioso corpo renda immuni da ogni responsabilità e metta al riparo dal subire indagini”.

Ovvio che se un carabiniere fa qualcosa di sbagliato deve pagare come – forse di più – un normale cittadino. Ma, sinceramente, non rientra nella nostra categoria di ‘sbagliato’ minacciare e trattare male gli spacciatori.