Venezia: centrodestra cede a PD e Islam, col velo in Comune

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Un atto di sottomissione passa anche per un gesto semplicissimo: cancellare una sola parola. Nelle sedi di Venezia e Mestre del Comune, per seguire i lavori del consiglio comunale, in futuro si potrà entrare velate, basterà avere il volto scoperto ma dal regolamento del consiglio comunale sparirà il riferimento, come divieto, all’avere il capo coperto. Via una parola, per l’appunto “capo”, che era presente nel vecchio regolamento applicato finora.

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Il regolamento, tutt’ora in vigore, riporta questa frase: “Le persone che sono nella sala devono rimanere a capo scoperto e in silenzio». La proposta di modifica del centrodestra era questa: «Durante la seduta le persone nella sala devono rimanere a capo e a volto scoperto e in silenzio». Ieri la discussione sulle modifiche al regolamento del consiglio comunale, che andrà avanti ancora per un paio di mesi, ha portato la prima commissione ad inchinarsi al politicamente corretto e all’invasione.

Via il termine “capo coperto”, resta il divieto di avere il “volto coperto” quando si va ad assistere alle sedute.

Nessun esplicito riferimento al velo islamico, ma la pratica diventa sostanza attraverso l’uso della lingua italiana: e così chi entrerà in Consiglio con passamontagna, caschi integrali o burqa verrà invitato a togliere tutto e mostrare la faccia. Una come questa, invece, potrà entrare:

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La proposta di togliere il riferimento al “capo coperto” era, ovviamente, del consigliere Pd Monica Sambo. «Per pura coincidenza, ad un solo giorno di distanza dalla notizia della praticante avvocata col velo costretta a lasciare l’aula di Tribunale a Bologna (decisione su cui, fortunatamente, il Presidente del Tar si è poi espresso diversamente), a Venezia ci siamo trovati a discutere del nuovo regolamento del consiglio comunale e di come comportarsi in casi analoghi. E sono veramente molto soddisfatta che la mia proposta di eliminare l’obbligo di restare a capo scoperto sia stata accolta favorevolmente da tutti i consiglieri e dalla presidente del consiglio comunale. Un importante segnale di rispetto e sensibilità nei confronti di chi ha culture, tradizioni e valori che raccomandano comportamenti quali la copertura del capo». Per la Sambo il punto fermo messo a Venezia dai consiglieri è «la massima laicità nelle istituzioni nel rispetto di tutti», chiarisce la giovane avvocata.

È soddisfatta anche la presidente del consiglio comunale, Linda Damiano (lista Brugnaro): «Nella nostra proposta di revisione avevamo lasciato la parola “capo” aggiungendo la parola “volto”. Ma visto che è il volto che deve essere scoperto per motivi di riconoscimento delle persone io mi sono trovata d’accordissimo nell’eliminare il riferimento al capo. Scelta positiva, di rispetto verso tutti. Il riferimento al “capo” era stato introdotto da altri, non da noi, sia chiaro».

Deborah Onisto, capogruppo di Forza Italia, chiarisce: «La Sambo non si prenda tutti i meriti. Ci siamo trovati tutti d’accordo».