Sei cristiano? «Sì» e Islamici lo uccidono

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Tre islamici armati di fucile lo hanno raggiunto alle spalle. Bassem Shehata Haraz, cristiano copto di 27 anni, residente nel Sinai, si è fermato. Voltato.

«Sei un cristiano?», gli è stato chiesto. «Sì». Ed è stata l’ultima volta che Haraz ha detto in questo modo. Giustiziato sul posto.

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Di fianco a lui c’era un musulmano e suo fratello, che ha dichiarato al blog Al-Watani: «Non si sono resi conto che anch’io sono cristiano, perché il mio tatuaggio della croce è leggermente più in alto sul braccio».

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L’omicidio è preoccupante e ha subito scatenato il panico in città. L’anno scorso infatti lo Stato islamico realizzò da febbraio una serie di omicidi a danno della minoranza copta, uccidendo uno dopo l’altro in attentati mirati almeno nove cristiani all’uscita dal lavoro o sulla porta di casa. Causando una fuga di massa di migliaia di cristiani dalla zona.

I cristiani copti, che rappresentano il 10% dei circa 95 milioni di egiziani, sono la popolazione autoctona dell’Egitto, prima dell’immigrazione arabo-subsahariana.

Il che è un monito di quello che potrebbe avvenire in Italia se non blocchiamo l’immigrazione. Chiusura delle chiese, preti sgozzati, donne rapite per essere convertite.