L’ultima del PD: permesso di matrimonio per il clandestino

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In tre mesi non solo non sono stati in grado di espellerlo, ma lo fanno anche uscire dal centro di detenzione per sposarsi:

Lei è tornata a Sorrento, dove vive.
Suo marito, l’uomo che ha sposato sabato scorso a San Vito dei Normanni (Brindisi), è ancora “ristretto” nel Centro di identificazione ed espulsione di Restinco (Brindisi). Il loro è stato un matrimonio veloce, alla presenza di una ventina tra amici e parenti, ma gli abiti erano quelli dei loro sogni: lei vestita di bianco e pizzo con un bouquet di rose fra le mani, lui in abito scuro e cravatta. Finita la cerimonia lui è tornato nel Cie mentre la sposa è andata da sola al ricevimento nuziale.

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Jasvir, 41 anni, indiano, è stato condotto al Cie dopo che il permesso di soggiorno gli era stato negato. Si sono sposati nel Comune più vicino alla struttura in cui l’uomo si trova da tre mesi, in virtù di un provvedimento che ne dispone l’espulsione.
“In questi mesi Jasvir ha sofferto tantissimo e io con lui – racconta oggi all’ANSA Gelsomina che lo attende a casa – spero che centri simili chiudano presto perché non hanno veramente senso di esistere in questa forma”.

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In sintesi: questo è un clandestino che viola la legge da anni e lo fanno uscire per sposarsi con una attempata signorina. Così potrà certamente utilizzare il ‘matrimonio’ come scusa per rimanere in Italia. In tre mesi non sono stati in grado di espellerlo.

E dobbiamo anche sorbirci l’intervista all’Ansa della ‘signorina’. Perché non va lei in India?