I medicinali per i poveri ​finiscono agli immigrati, italiani discriminati

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A metterlo nero su bianco è il rapporto “Donare per curare: povertà sanitaria e donazione farmaci”, realizzato dall’Osservatorio donazione farmaci della Onlus Banco farmaceutico e dal’azienda farmaceutica Ibsa.

I medicinali che ogni anno vengono distribuiti alle persone che non riescono a comparli in farmacia finiscono in larga parte agli immigrati, spesso clandestini. Un’altra forma di razzismo anti-italiano. Per questo è importante donare solo a quelle associazioni che promettono di distribuire gli aiuti agli italiani e non a chi ci sta invadendo, favorendone di fatto la permanenza.

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Il 63,5% del totale degli assistiti è immigrato. Persone che nei fatti sembrano togliere spazio ai poveri italiani, se è vero – come certificato da “Donare per curare” – ben 13 milioni di italiani hanno dovuto ridurre le spese per le cure mediche. Un dato che registra un netto +6,3%. Le regioni prese d’assalto sono il Lazio (l’80% delle prestazioni erogate finisce in mano straniera) e la Liguria, dove si arriva al 74,8%. Poi vengono la Lombardia, le altre regioni del Nord e la costa tirrenica, compresa l’Umbria al centro della cartina geografica.

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Secondo il rapporto, i migranti chiedono diverse tipologie di farmaci tra cui anche antidepressivi, antipsicotici e ansiolitici. Sarebbero 7mila i pazienti stranieri aver richiesto questo tipo di prestazioni.

Un esercito di psicolabili insomma.