È stato chiuso ieri il centro di accoglienza straordinario ‘Terranostra’ di Dugenta e si sono concluse non da molto le operazioni di trasferimento e ricollocazione degli ospiti della struttura in altri centri. A coordinare l’operazione è stato il questore, eseguita da Polizia di Stato e Carabinieri, mentre a decidere la chiusura del CAS è stata la Prefettura di Benevento dopo che nei giorni scorsi la DDA di Catanzaro con l’operazione ‘Stige’ aveva arrestato 169 persone.
Nel mirino della magistratura calabra era finito anche il titolare del CAS – A. E. residente nell’avellinese ma domiciliato a Cardito nel napoletano – situato non lontano dal centro abitato. Al centro dell’inchiesta della procura Distrettuale Antimafia di Catanzaro le attività criminali della cosca Farao-Marincola di Cirò Marina e gli affari che la cosca avrebbe fatto in diversi settori non solo all’estero ma anche in Calabria, Emilia Romagna, Veneto, Lazio, Lombardia e Campania. Per il titolare del Cas le accuse sono quelle di concorso esterno in associazione mafiosa e concorso in peculato per la gestione e amministrazione di un centro di accoglienza per migranti minorenni non accompagnati – da quanto sarebbe emerso dalle indagini – di centri di accoglienza per migranti ne avrebbe gestiti tre: uno in Calabria a Cirò Marina, uno ad Afragola ed appunto Dugenta.
Il centro era nato nel 2014, in quello che doveva essere un agriturismo e che poi invece è stato adibito a centro di accoglienza ospitando, nel tempo, un massimo di 70 cittadini stranieri. Solo lo scorso agosto il centro era balzato alle cronache per la protesta messa in piedi dagli ospiti – in tre furono allontanati – che bloccarono alcuni addetti alle pulizie ed alla cucina, minacciandoli e costringendoli a rimanere all’interno del giardino ed impedendo a chiunque di entrare.