Profugo confessa in Tv: “Ho ucciso un uomo, per questo sono in Italia” – VIDEO

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«Sono scappato in Italia dal Gambia perché ho ucciso una persona in un incidente d’auto, in Gambia mi avrebbero messo in prigione a vita e qualcuno avrebbe anche potuto uccidermi».

Questa la clamorosa dichiarazione di Jiobe Aboubakar, richiedente asilo che è ospitato all’hotel “La montanina” di Esino Lario mentre spiega i motivi che l’hanno spinto a partecipare alla manifestazione di protesta per chiedere di avere la residenza in paese. Protesta violenta, durante la quale hanno circondato l’Anagrafe costringendo dipendenti e cittadini a barricarsi dentro:

Paura a Lecco, profughi circondano Anagrafe: cittadini si barricano

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Una dichiarazione che ha ovviamente sconvolto i cittadini e il sindaco Pietro Pensa: «Non sapevo nulla di questa cosa, assolutamente niente. È una cosa grave, ma il fatto è che non ci viene data alcuna informazione sulle persone che arrivano. Non sappiamo da dove vengono e perché sono qui, non abbiamo notizie, in compenso dovremmo dare loro la residenza come agli altri cittadini di cui sappiamo tutto. Peraltro la manifestazione di protesta, non autorizzata, per chiedere la residenza non è stata anticipata da alcuna richiesta formale, solo incontri interlocutori in cui abbiamo fatto presente il punto di vista del Comune».

Ma il sindaco vuole andare in fondo alla questione del cittadino del Gambia e afferma: «Indipendentemente dalla questione residenza, voglio informazioni precise su tutte le persone che sono qui, su chi va e chi viene. La Prefettura e i responsabili del centro di accoglienza non hanno sentito l’esigenza di comunicare al Comune che c’è una persona che scappa per omicidio stradale? Reato per cui anche in Italia si va in carcere peraltro. Io devo tutelare la popolazione di Esino. Qui non è una questione di politica ma di buon senso, è mai possibile che una persona dichiari tranquillamente per strada ai giornalisti che scappa per omicidio dal suo Paese e noi qui non ne sappiamo nulla? Roba da matti».

Per Pensa l’intera vicenda va rianalizzata: «Ora alcuni giornali parlano di “sconfitta” di Esino ma non c’è sconfitta perché non c’è nemmeno un conflitto. Sull’accoglienza ci siamo sempre mossi in maniera più che corretta con tutti, la gente è stata aperta e disponibile, al contrario il comportamento dei profughi è stato quanto mai bizzarro e privo di senso, e soprattutto va analizzato il comportamento di chi li ha portati ad avere questo atteggiamento perché non credo nella spontaneità di questa manifestazione. Per non parlare delle accuse, false, a un dipendente comunale che avrebbe affrontato il gruppo di profughi con una spranga. I dipendenti si sono solo chiusi nel municipio perché avevano paura».