Profughi marciano su paesino: “Esigiamo la residenza” – FOTO

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Un’improvvisa protesta dei fancazzisti, i cosiddetti richiedenti asilo, ha scosso il pomeriggio di Esino Lario, Lecco. I nullafacenti sono scesi in piazza per esigere la residenza, “armati” di cartelli di protesta. Questa mattina in Prefettura si è tenuto un incontro proprio per sbloccare la situazione.

Denuncia la Lega: “A Esino i richiedenti asilo protestano perché pretendono di avere la residenza, dipendenti rinchiusi in comune, intervengono due volanti dei carabinieri – attacca Flavio Nogara -. Scandaloso e pazzesco! Diamogli subito il foglio di via, oltre che la residenza! Questa è la naturale conseguenza della scellerata politica immigratoria che il Pd, con l’avallo di NCD, hanno portato avanti nel nostro Paese e nei nostri comuni la gran parte dei sindaci, tranne quelli della Lega, quelli a noi vicini e pochi altri, hanno accettato supinamente quanto imposto dalla Prefettura, il braccio armato del Governo sul territorio. Chi viene accolto e mantenuto nel nostro Paese dovrebbe soltanto ringraziare, altro che protestare! In Provincia di Lecco spendiamo 20 milioni di euro all’anno per questa accoglienza di gente che non ha diritto di restare nel nostro Paese perché non scappa da nessuna guerra! Con la Lega al Governo tutto cambierà e prima verrà la nostra gente! Con tutti questi soldi al posto di ingrassare le cooperative che fanno business su questa immigrazione aiutiamo chi ha veramente bisogno a casa loro e soprattutto, prima, aiutiamo la nostra gente che si trova in situazioni di difficolta! Alla prossima tornata elettorale solo dando forza alla Lega si arginerà a questo problema interrompendo questi assurdi viaggi pilotati in mare che hanno causato migliaia di morti, e il PD deve sentirsi responsabile di questo! L’unica soluzione è Salvini premier!”

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Colpito dagli episodi anche il sindaco Pietro Pensa che commenta: “Una cosa da matti. I dipendenti del comune hanno dovuto chiudersi dentro per paura. Non era mai accaduto nulla del genere, anche perché i primi tempi le persone ospitate in paese erano sempre le stesse, ora cambiano continuamente. Non so dire come sia nata questa manifestazione e non credo sia stata spontanea. La richiesta di residenza è assurda perché non sappiamo chi sono, non hanno permessi di soggiorno, non abbiamo dati, impossibile pensare di chiedere la carta di identità. Settimana prossima li incontrerò per capire che cosa vogliono ma se i toni non saranno educati e rispettosi non si inizierà nemmeno a parlare perché quanto accaduto non è tollerabile”.

Un attacco ampliato dal senatore lecchese Paolo Arrigoni: “Lo spettacolo offerto oggi da un gruppo di 40 sedicenti profughi/richiedenti asilo che hanno protestato per le strade di Esino Lario, assediando il Municipio e costringendo i carabinieri ad intervenire, è stato grottesco e preoccupante”.
Questa la dichiarazione del senatore lecchese della Lega Paolo Arrigoni che commenta, senza nascondere il suo sdegno personale, l’episodio di questa mattina. “Mi preme ricordare che tra i circa 1300 profughi ospitati nel lecchese solo il 3% di essi proviene da paesi in guerra o dove siano registrati episodi di persecuzione. Per l’assoluta maggioranza si tratta di migranti economici, dunque di clandestini!”.

“Tutti quelli scesi in strada a Esino – continua il Senatore – rientrano in questa seconda categoria e anziché ringraziare per aver ottenuto benefit di ogni genere: colazione, pranzo, cena, tessera telefonica, Wi-Fi e mediatori culturali al loro servizio, si arrogano il diritto di richiedere la residenza che comporterebbe ulteriori benefici!”

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“Il nostro paese, che ha 5 milioni di italiani in povertà assoluta, accoglie questa gente spendendo 35 euro al giorno e destinandoli alle diverse cooperative che possono lucrare fino a 13 mila euro l’anno per migrante! Altro che residenza… un Governo serio dovrebbe dare a tutte queste persone il foglio di via accompagnandoli uno ad uno al confine, anche per garantire la sicurezza che viene sempre più a mancare come dimostrano i casi di violenza ad opera di immigrati che avvengono sempre più spesso sui nostri treni, sugli autobus e per le strade”, conclude amaramente Paolo Arrigoni.