Fa la spesa in niqab, rivolta tra i clienti italiani

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Immigrata con il volto e il corpo coperto da un niqab suscita la riprovazione dei clienti. È accaduto domenica pomeriggio, tra il centro commerciale e l’Ipercoop, dove una donna di religione islamica si è recata a fare la spesa tutta coperta.

Un pensionato si è ribellato: «Non lo trovo giusto, sotto quel velo potrebbe nascondersi chiunque e mi risulta che le nostre leggi impediscano di andare in giro con il volto coperto per motivi di sicurezza». Vero.

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La settimana scorsa era accaduta la stessa cosa in piazza Indipendenza, dove Ennio Mazzon, ex consigliere comunale del Msi aveva sollevato la questione pubblicamente, invocando controlli e applicazione della legge.

Il vice sindaco e assessore alla sicurezza, Luigi Trevisiol scherza i cittadini: «Sono tre le donne che a San Donà indossano il niqab, che non è il burqa, ma nasconde comunque il viso. Hanno origini siriane e fanno parte di famiglie regolarmente in Italia e a San Donà, persone per bene che lavorano e non sono certo pericolose. Comprendo qualche reazione scomposta, ma in ogni caso siamo attenti a tutte queste vicende».

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Quindi la reazione ‘scomposta’ è dei cittadini, non di chi viola le leggi e di chi non le fa rispettare. Qualche magistrato, presa nota del fatto che l’assessore è a conoscenza, dovrebbe indagarlo perché viene meno ai suoi doveri di pubblico ufficiale.

Comunque il divieto del velo è una battaglia di retroguardia. Il problema sono gli islamici. Una volta che li fai entrare, portano le loro ‘tradizioni’.