Il superiore di Bergoglio: “Falso umile, doppiogiochista e volgare”

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La testimonianza è inquietante. Anche perché dipinge in modo quasi perfetto il comportamento di Bergoglio: ipocrita che dietro una faccia di falsa umiltà nasconde una reale volgarità. Così lo definiva il suo superiore quando ancora non era vescovo.

Quest’ultimo avrebbe avuto più di qualche riserva sull’investitura di quello che sarebbe passato alla storia come Papa Francesco.

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“Il Papa Dittatore”, libro scritto da “Marcantonio Colonna”, che è probabilmente uno pseudonimo, secondo cui l’allora superiore generale della Compagnia di Gesù, l’olandese Peter Hans Kolvenbach, avrebbe avuto serie perplessità su un uomo di Chiesa in particolare, lo stesso che poi sarebbe diventato vescovo di Roma e capo della Chiesa cattolica.

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“Il testo della relazione non è mai stato reso pubblico, ma il seguente resoconto è stato rilasciato da un sacerdote che ha avuto accesso ad essa prima che scomparisse dall’archivio dei gesuiti. Padre Kolvenbach accusava Bergoglio di una serie di difetti, che vanno dall’uso abituale di linguaggio volgare alla doppiezza, alla disobbedienza nascosta sotto una maschera di umiltà e alla mancanza di equilibrio psicologico. Nell’ottica di una sua idoneità come futuro vescovo, la relazione ha sottolineato che come provinciale era stata una persona che aveva portato divisione nel suo ordine”, ha scritto Colonna, secondo quanto riportato da Sandro Magister. L’autore de “Il Papa Dittatore” ha poi sottolineato altri aspetti della storia in questione in un’intervista a La Verità: Padre Kolvenbach avrebbe affermato che Bergoglio mancasse di “equilibrio piscologico”, che fosse di carattere “subdolo” e che avesse diviso più che unito ai tempi del provincialato gesuita. Il dossier in questione sarebbe stato diffuso all’epoca nella Congregazione per i vescovi, ma sarebbe stato successivamente “occultato”.

In “Aquel Francisco”, gli autori Javier Cámara e Sebastián Pfaffen hanno raccontato di come i “suoi avversari”, scrive Magister, “arrivarono addirittura a far circolare la voce che Bergoglio fosse stato mandato in esilio a Córdoba “perché malato, pazzo”.

Non era adatto a diventare vescovo. E’ diventato Papa. Forse perché serviva uno ‘inadatto’. Un falso umile.