Bologna, migranti e carabinieri sotto lo stesso tetto

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Al centro del problema è l’ingresso di sei profughi – usciti da qualche giorno dal Cas (centro di accoglienza straordinaria) in chiusura a Ca’ dell’Orbo per passare come previsto dal progetto Sprar all’accoglienza di secondo livello – negli alloggi in via Nuvolari a Castenaso, proprio di fianco a quelli in cui vivono quattro famiglie di carabinieri che prestano servizio nella caserma locale. Due diversi numeri civici, che si trovano però uno accanto all’altro, all’interno dello stesso condominio, di cui condividono l’ingresso comune ai garage sotterranei.

Uno scenario accettabile Ma del resto condiviso da tante famiglie italiane costretto da un governo di farabutti politici alla convivenza forzata con i giovani maschi africani in fuga dalla guerra in Siria.

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A scagliarsi contro una scelta, sostengono, del tutto inopportuna, sono i consiglieri della lista civica Uniti per Castenaso, che sull’argomento nei giorni scorsi hanno presentato un’interrogazione e portato il tema all’attenzione dell’aula del consiglio comunale. Interrogazione che è destinata a ricevere la risposta del prefetto.

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Secondo il capogruppo Stefano Grandi, gli alloggi di via Nuvolari, di proprietà di Asp Bologna e dati in locazione per la parte abitata dai carabinieri alla prefettura, vanno equiparati a strutture militari, e per questo non dovrebbero essere utilizzati per finalità sociali. «Qualunque altro utilizzo rispetto a questo può avere riflessi negativi sulla sicurezza dei carabinieri e delle loro famiglie». Un quadro che, dal canto suo, il sindaco PD Stefano Sermenghi respinge categoricamente, riportando la vicenda all’interno delle modalità del percorso di colonizzazione africana Sprar cui l’amministrazione ha aderito. Tanto che il Comune ha girato direttamente l’interrogazione alla prefettura.

«I consiglieri hanno sbagliato mira – illustra Sermenghi –. Pensano di attaccare me, invece attaccano il prefetto, e se ne devono assumere la responsabilità. Anche perché queste scelte derivano da un accordo con la prefettura, che ha fatto tutti i ragionamenti e le valutazioni necessarie sul caso».




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