Italiano vuole sposare Marocchina, ordine dal consolato: “Prima si deve convertire a Islam”

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Costretto a convertirsi all’Islam, altrimenti niente matrimonio. È la legge del “moderato” Marocco riguardo alle nozze miste, e colpisce anche in Italia.

La clamorosa storia arriva da Pesaro: un italiano di 41 anni, ingegnere, vuole sposare una 29enne marocchina, in Italia da 11 anni.

Tra le pratiche burocratiche da espletare prima di diventare marito e moglie (con rito civile) c’è la richiesta di un nulla osta del Consolato marocchino in Italia, a Bologna. La ragazza si sente rispondere dai funzionari che per il via libera al matrimonio serve la consegna del certificato di “conversione” alla religione musulmana del mio futuro marito. In gergo religioso, la shahada.

La giovane marocchina è stata cacciata dal consolato in malo modo, insultata fino a farla piangere.

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“Ho protestato, gli ho detto che non possono permettersi di fare queste cose in Italia perché qui vige la legge italiana e non marocchina, ma sono stati irremovibili. Non mi hanno nemmeno dato un certificato che attestasse il rifiuto del nulla osta. Cacciata e basta”.

“Mi sono rivolta al giudice dicendogli che voglio sposarmi ma che non accetterò mai l’imposizione del mio Paese d’origine di convertire all’Islam il mio futuro marito”.

Il giudice civile Davide Storti si è schierato con i futuri coniugi, autorizzando nei giorni scorsi l’ufficio di stato civile ad accogliere la loro richiesta di matrimonio. E il console marocchino? Mohamed Kamel, al telefono, ha detto a Qn: “Questa è la legge in vigore nel mio Paese. Una donna nata in Marocco che vuol sposare un non musulmano deve convertirlo alla nostra fede. Se rifiuta di farlo, noi non rilasciamo il nulla osta. Ma non per cattiva volontà del Consolato di Bologna“.

Ci sfugge cosa spinga qualcuno ad immolarsi in un matrimonio misto. O meglio, non ci sfugge, ma non possiamo scriverlo.