La storia della ‘famiglia’ trans, ‘cambiano’ tutti sesso

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La mela non cade lontana dall’albero. Una madre, i suoi due figli e la sua amante: tutti e quattro trans.

Daniel Harrott, una 41enne di Queen Creek, in Arizona, è entrata in contatto con il termine “transgender” solamente l’anno scorso, quando i figli, un maschio e una femmina, hanno cominciato a manifestare i loro orientamenti sessuali. A quel punto anche lei ha ‘capito’ di volere essere un uomo. Non che sia possibile per una donna diventare maschio, al massimo ti puoi travestire e prendere ormoni, e così ha fatto la donna.

Il giornalino locale italiano la racconta così:

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«Quando mi sono guardata nello specchio del camerino mi sono detta “Ok, così è perfetto, così sono davvero io”. Per la prima volta mi sono sentita a mio agio». A quel punto anche i suoi figli hanno preso coraggio. Mason, 11 anni, di sesso femminile, vuole anche lui diventare un maschio, mentre Joshua, di sesso maschile, vuole diventare una donna. Di rimbalzo, vedere i suoi ragazzi vivere senza complessi per quelli che erano ha dato a Daniel la forza di cui aveva bisogno per fare “coming out”.

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E a quel punto è arrivato anche l’amore: ha conosciuto l’attuale fidanzata, la 62enne transgender Shirley Austin, 62 anni, nata di sesso maschile, mentre faceva volontariato in un’organizzazione che supporta genitori di giovani transessuali. «Mi sembra di vivere davvero per la prima volta – dice Daniel – E i miei figli stanno diventando quello che hanno sempre desiderato essere. Ho vissuto tutta la mia vita come donna, ma con il trucco e gli abiti femminili mi sono sempre sentito a disagio. Ora, invece, è tutto diverso».

«Siamo una famiglia totalmente in transizione – ha detto Shirley a KJZZ – Sono stata sposata in passato, ma non mi sono mai sentita accettata e amata veramente, neanche da mia moglie. A questo punto della mia vita, dopo essere diventata donna, pensavo che sarei rimasta single per sempre». Invece la scintilla dell’amore è arrivata. Prima Daniel, Joshua, Mason sono diventati amici di Shirley, poi l’amicizia tra Daniel e Shirley si è trasformata in qualcos’altro che ha portato a una nuova famiglia. «È stato così liberatorio – racconta Shirley – perché sapevo che con loro potevo essere me stessa e che mi avrebbero capito per quello che sono. Conoscono certe ferite che una persona come me può aver provato e sanno come possiamo aiutarci l’un l’altro”.

Non è tanto un problema di chi ha queste patologie mentali, perché la ‘dissonanza sessuale’ è una malattia, perché ci sono sempre stati. Il problema è l’ambiente corrotto che confondendo il menefreghismo con la tolleranza, asseconda queste follie. La conferma è anche come l’articolo tratta la questione, come fosse ‘gossip’ e non un dramma. Una bambina di 11 anni ‘cambia sesso’ perché vive in una famiglia di disadattati sessuali, dove non sappiamo cosa accadeva, e per loro è ‘una liberazione’. Non sono giornalisti, non hanno etica. Sono megafoni del crepuscolo di una civiltà.