La Prefettura di Milano cerca interpreti o traduttori, a supporto dell’attività della Commissione territoriale per il riconoscimento della protezione internazionale ai fancazzisti in fuga da guerre che non ci sono. Perché non è sufficiente capire che un Nigeriano è troppo abbronzato per fuggire dalla guerra in Siria, bisogna dialogare con lui in una delle tante lingue di quello Stato multietnico.
Per candidarsi c’era tempo fino alle 12 di oggi, 15 dicembre.
Ai contribuenti, l’appalto costerà ben 304mila euro per soli sei mesi.
Ai candidati è richiesta la capacità di tradurre testi scritti e di praticare attività di interpretariato in consecutiva (si tratta di ascoltare l’interlocutore per una certa quantità di tempo per poi riassumerne il messaggio durante la traduzione orale). L’obiettivo è quello di acquisire quante più informazioni possibili sui Paesi d’origine dei richiedenti asilo e agevolare l’Autorità Territoriale durante le audizioni o le interviste, per meglio valutare le richieste d’asilo.
Oltre alle lingue ufficiali c’è richiesta anche per una vasta gamma di dialetti, quali akan, bahari, djula, fiilah, wolof e mandingo, per un totale di 37. L’importante è non far parte della tribù nemica dell’eventuale interlocutore, di un gruppo religioso in aperto conflitto col suo o non ci siano differenze di casta o clan con le persone con le quali si dovrà entrare in contatto per non ‘turbare’ il migrante o non tradurre in modo negativo quello che dice: insomma, il riconoscimento che la società multietnica è impossibile.
Alessandro Morelli (Lega Nord): «Sono sicuro che la prefettura agisca con le migliori intenzioni, ma bisognerebbe capire quante di quelle lingue siano parlate da persone provenienti da Paesi in guerra, e quindi aventi diritto a essere accolti. Inoltre, se questi individui avessero voglia di integrarsi, potrebbero imparare non dico l’italiano, ma almeno l’inglese. Il sospetto è che ci sia anche la volontà da parte loro di non farsi capire. Dispiace vedere risorse impiegate in questo modo, d’altronde siamo governati dal Pd sia a livello nazionale che a livello locale».